mercredi 20 octobre 2021

L' avventura dell' Enciclopedia,1775-1800.

Ho appena  finito di leggere  "L'aventure de l' Encyclopédie. 1775-1800"di robert Darnton, un librone di 635 pagine, edizione tascabile, in francese, pubblicato da Seuil nel 2013 e nella collana di storia di Seuil nel 1982. Un gran libro secondo Roger Chartier, storico francese e membro del "Collège de France", specialista della lettura e dell'edizione. A scuola, almeno per quanto mi ricordo, avevo appreso che l'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert aveva preparato il terreno della rivoluzione francese e che l' Enciclopedia era l'opera centrale di diffusione della cultura dell'illuminismo nella borghesia. L'Americano Darnton  con un lavoro d'archivio enorme iniziato nel 1965 e terminato nel 1979 dimostra che non è così o che è così solo in parte. Questa idea è ripresa da Le Roy Ladurie , altro storico francese, nella prefazione dell'edizione tascabile e da Chartier nella quarta di copertina  dell'edizione tascabile. Darnton segue l'operato di Panckoucke, editore a Parigi,  alla testa di un impero editoriale a Parigi,  che  ha relazioni che contano con la corte e con le figure rilevanti del mondo scientifico  parigino e mondiale,  e  poi analizza soprattutto, ma non solo, l'archivio della società tipografica di Neuchâtel ( S.T.N.). 

La sua è un'indagine meticolosa che vale la pena seguire. E' da anni che volevo leggere questo libro. Vi si apprende tra l'altro che l'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert ebbe 25 000 copie vendute , che  gli acquirenti erano borghesi che sapevano leggere, che non erano necessariamente membri del terzo stato e che non tutti gli autori dell'edizione finale dell'Enciclopedia militavano per la Rivoluzione, che taluni erano giacobini e altri girondini, che gli straccivendoli contavano moltissimo perché erano intermediari indispensabili nella fabbricazione della carta, che la vita scientifica di allora era organizzata attorno alle Accademie scientifiche, che nella seconda metà del Settecento esisteva un diffuso interesse per le enciclopedie, che si sa ben poco sull'influsso dell'Enciclopedia sulla mentalità  dei rivoluzionari. Panckoucke, che a Parigi rappresentava uno dei poli dell'edizione dell' Enciclopedia, condivideva la cultura del Settecento, ma era anche favorevole all' eliminazione dei privilegi che erano il cardine della vita culturale di allora, pur continuando a servirsi  ampiamente del sistema dei privilegi. Era un personaggio che sapeva navigare tra molte tendenze rivoluzionarie. La sua fu un'impresa disperata perché concepita sotto l'Ancien Régime , nel contesto scientifico di quel mondo, ma Panckoucke si intestardì a pubblicarla in un'epoca del tutto diversa, in un contesto sociale in pieno cambiamento, con tipografie e manodopera che funzionavano in un modo del tutto diverso da quello che aveva conosciuto quando si lqnciqvq nel mercato editoriale. Cercò in vari modi di salvarsi e di salvare la sua impresa che consisteva a fornire al pubblico dei lettori una visione globale del sapere alla metà del Settecento ma non aveva capito, almeno da quanto dice Darnton, il significato del successo delle Enciclopedia allora. In effetti se ne pubblicarono più di una di Enciclopedie nella seconda metà del Settecento quando nacque la scienza contemporanea con Monge, Lamarck, Condorcet ( ossia la fisica, la chimica, la genetica, le scienze sociali, la medicina,  per esempio). L'opera di Diderot aveva invece come obiettivo quello di imporre una nuova filosofia, mentre gli autori dell'Enciclopedia della fine del Settecento e che scrivevano in piena fase rivoluzionaria, avevano come scopo principale quello di professionalizzare la scienza. La stragrande maggioranza degli autori che avevano collaborato con Diderot erano decessi prima della rivoluzione del 1789 e non hanno più collaborato all'edizione dell'ultima versione dell'Enciclopedia, l'"Encyclopédie méthodique" di  Panckoucke ,  pure decesso alla fine del Settecento. L' editore, secondo Darnton, ha capito solo in parte che il mondo era cambiato. Agli inizi fu un rivoluzionario poi prese paura e divenne un sostenitore dell'ordine, cioè di una società più strutturata, con una élite riconosciuta.



 
Ci sono moltissimi lavori sull'Enciclopedia e sulla rivoluzione francese che ha modificato totalmente il mondo dell'Ancien Régime. Il lavoro di Darnton si colloca in questo florilegio. L'elite non cambia ma pensa e opera diversamente, ha altri punti di riferimento. Darnton descrive bene queste trasformazioni nel settore dell'editoria Illustra i  colpi bassi del neo-capitalismo nascente con esempi provenienti dal mondo editoriale. Darnton si sofferma sul pubblico dell'Enciclopedia. Non è quello rivoluzionario. Due esempi ripresi anche nella prefazione di Le Roy Ladurie: Besançon e Lilla. A Besançon si vendono molte copie , costosissime, dell' enciclopedie e a Lilla pochissime. Orbene, Besançon è una città di funzionari, di nobili, di militari mentre Lilla è una metropoli del commercio  e dell'industria, con un proletariato numeroso e povero, un centro già capitalista. Tra gli acquirenti dei volumi ci sono molti preti e molti ufficiali. Pochi borghesi che ruotano attorno allo Stato, che con la sua organizzazione è la vera matrice della rivoluzione e della modernità secondo Le Roy Ladurie. La rivoluzione per Le Roy Ladurie andrà troppo lontano per loro. Molti saranno ghigliottinati. Il capitalismo in senso marxista non è responsabile della modernità. I commercianti in Francia verso il 1780 non si interessavano dell'Enciclopedia, delle idee, della politica. Questo sfera accaparra invece gli intellettuali. Ce ne sono molti nella Francia di allora ma si trovano soprattutto nei centri non commerciali  come Montpellier e Nancy, dove fioriscono le Accademie scientifiche e i Parlamenti regionali,.Le città unicamente mercantili non hanno queste istituzioni, non attirano intellettuali. L'illuminismo non è l'espressione più colta della borghesia. La rivendicazione dell'uguaglianza nasce nella società privilegiata o semi-privilegiata dell'Ancine Régime. Questo è per me il messaggio nuovo del libro. Le statistiche parlano. Ce ne sono.Occorre andare a cercarle.