Dal quotiamo ginevrino Le Temps del 6 dicembre 2019:


«Les aspects populaires de l’Escalade ont été supprimés des livres d’histoire»

Le défilé patriotique de l’Escalade est une institution récente. Son avènement est le fruit d’un antagonisme violent avec une autre tradition de mascarades que les Genevois ont voulu oublier. Un livre détaille cette lutte qui révèle une histoire méconnue de Genève
Le défilé historique qui célèbre annuellement l’Escalade de 1602 est une tradition récente. Avant que ce cortège d’inspiration militaire ne s’impose, les rues et certains établissements de Genève étaient le royaume de l’excès. L’Escalade a longtemps été l’occasion de rire et de danser dans des bals et des mascarades: 84 pour les seuls soirs des 11 et 12 décembre 1911. La découverte a de quoi bouleverser tout Genevois élevé dans le récit de ses aïeux ayant repoussé les Savoyards venus nuitamment «violer notre réduit». Dans un livre très documenté, Henri Roth invite à une relecture de cette célébration, qui changera la vision que les Genevois ont d’eux-mêmes.
Commento:

Non ho letto tutto l'articolo di David Heberli pubblicato nel quotidiano ginevrino "Le Temps" il 6 dicembre 2019 perché non vi ho accesso con l'applicazione di cui mi servo, ma la recensione del libro di Roth mi incuriosisce. Non avrei più parlato di Ginevra qui dopo avere scoperto che alcuni amici hanno interpretato in modo errato il mio post pubblicato il 23 marzo del 2020 in questo blog e che avevo dedicato al libro di  Bertrand Lévy , professore, a quei tempi, di geografia nella locale università, sui visitatori di Ginevra nel Settecento.("Le voyage à Genève: une géographie littéraire",1993).

La festa dell' " Escalade" ricorda il fallimento  dell'assedio della città protestante di Ginevra da parte delle truppe cattoliche della Savoia condotte dal duca Carlo Emanuele primo . I ricordi di quella festa affiorano. Amici ticinesi hanno inventato e pilotato per anni la corsa popolare dell'Escalade, che si svolge  all'inizio di dicembre. Sono due giorni di grande festa popolare e sportiva che avviene  una settimana prima della ricorrenza ufficiale che è  il 12 di dicembre. L'evento sportivo anticipa la commemorazione ufficiale di una settimana.
    
Nelle scuole, negli uffici, nelle case, il giorno anniversario  dell' "Escalade" , cioè il 12 dicembre, si rompe una marmitta di cioccolato zeppa di dolciumi. Si suppone che nella marmitta bolliva un brodo con legumi. Di solito sono il più giovane e il più vecchio dei presenti ai quali incombe l'onere di rompere la marmitta. Poi si canta o si recita tutti assieme l'inno dell'  Escalade ("Cé  qu' è liana " in vecchio ginevrino, cioè  "Celui qui est en haut" , ovverosia Dio), che si ringrazia per avere protetto la città calvinista contro l'attacco dei cattolici di Savoia. Di questo inno  ho parlato nel post di marzo. La cosa buffa è che la città è stata svegliata alle due di notte del 12 dicembre dell'inizio del XVII secolo  da una puttana che si è accorta delle scale poste dagli attaccanti contro le mura ( così almeno la vulgata) e che ha versato su di loro il brodo bollente di una marmitta nella quale c'era la minestra al fuoco per tenere calda, interrompendo in questo modo l'assalto.


Ho sempre provato disagio quando dovevo andare negli uffici dai miei colleghi dell'amministrazione ginevrina per festeggiare l'Escalade.Tutti erano contenti. Io invece mi sentivo un estraneo. Facevo finta di essere felice, mangiavo alcuni confetti della marmitta, molti in marzapane,  e alcuni cocci cdi cioccolata della marmitta spezzata ma non cantavo l'inno perché ne ignoravo il testo che adesso si trova su Wikipedia e poi non pronunciavo la frase che accompagnava il gesto. Non ero un nemico della repubblica come invece si proclamava rompendo la marmitta ( si declama al momento della rottura della marmitta con toni più o meno pomposi: "Ainsi périssent les ennémis de la République") e a quei tempi ( gli anni 90 del secolo scorso) non si festeggiava molto. Rituale lugubre. Il libro invece parla di una carnevalata, di uno scherzo. Rapidamente i Ginevrini, molto sani, hanno festeggiato l'evento con un carnevale mascherato che sfotteva il duca di Savoia. Da qui il mio interesse per l'articolo e per il libro che, lo ripeto,  non ho letto. Vi si  ricorda che le cerimonie popolari di sfottio erano parecchio diffuse. Purtroppo, forse per colpa mia, non le ho vissute quando ero a Ginevra. ci dovevano essere ma nell'amministrazione statale non c'era nulla di simile. Mi ricordo solo che l'ultima corsa tra le numerose che si organizzano per l' " Escalade"sportiva era in maschera. Si correva, ma questo verbo è in questo caso assai improprio,  verso le 18 di sera una settimana prima della ricorrenza ufficiale.