lundi 27 mars 2017

Le Charter schools hanno 25 anni

Le prime Charter Schools negli USA sono state inaugurate 25 anni fa. Si trattava di un tentativo per rendere le scuole statali più autonome. Negli USA le scuole statali fruiscono di poca autonomia; esse sono infatti inquadrate dai distretti scolastici e dagli Stati. Il regime federalista che vige nell'ambito scolastico  statale USA toglie molta autonomia e indipendenza alle scuole.

L'idea alla base della proposta era interessante. Le scuole sarebbero state libere di impostare l'insegnamento a loro piacimento ma in compenso avrebbero dovuto gestire da sole tutti i costi di funzionamento della una scuola. Infatti agli istituti scolastici candidati a diventare Charter si sarebbe versato un capitale equivalente al calcolo del costo della scuola stabilito in funzione del costo pro capite di ogni alunno. Alle scuole spettava poi il compito di arrangiarsi e di decidere come utilizzare il malloppo.

A che punto si e' ora , 25 anni dopo?



Ne parla in un articolo Brian Jacob professore di politica scolastica alla Michigan University
(testo in inglese, consulente presso il Brookings Institute a Washington: https://feedly.com/i/entry/qyB+4hq9O++v4j3CBPyjWc931uH/3L3cJYpG5m+m+q0=_15b0f2da6fd:2a1bc36:5d3506aehttps://feedly.com/i/entry/qyB+4hq9O++v4j3CBPyjWc931uH/3L3cJYpG5m+m+q0=_15b0f2da6fd:2a1bc36:5d3506ae).

Il movimento delle Charter Schools e' cresciuto e in questo momento ci sono 6000 scuole Charter negli USA ( non molte se si pensa al numero delle scuole USA) e ha soprattutto cambiato di natura. Le Charter Schools non sono più una proposta per rendere le scuole statali più coraggiose ma un affare che permette a enti privati e alle chiese di aprire, grazie anche alla tolleranza delle leggi adottate in alcuni Stati per autorizzare l'apertura di Charter Schools,  proprie scuole. Insomma il quadro globale e' torbido e si può' dire che le Charter Schools abbiano perso le smalto iniziale ( alcuni difensori a spada tratta del servizio scolastico statale sostengono  anche che non lo hanno mai avuto). Per anni , ma questo elemento vale tuttora, si e' dibattuto  sulla bontà' delle Charter Schools rispetto alle scuole statali tradizionali.
Jacob cita svariate indagini recenti sulle Charter Schools, indagini di nuovo tipo, più rigorose, più  dettagliate secondo le quali la qualità' e l'efficacia delle Charter Schools in questi ultimi tempi e' migliorata ma la media delle prestazioni delle Charter Schools non supera quella delle scuole statali tradizionali. Ci si sarebbe aspettato qualcosa di più'. E' tra latro sorprendente constatare che le migliori Charter Schools del Texas. ( L'indagine sulle Charter Schools nel Texas si trova qui:  https://dl.dropboxusercontent.com/u/35897769/bchr_evolution.pdf. ) appartengono al movimento "Non ci sono scuse" ( in inglese " No Excuse") che adotta nelle scuole un regime molto autoritario, molta disciplina, esigenze elevate, molte ore di scuola ( si può fare l'associazione con le scuole coreane o polacche vantate dall'OCSE).

Anche nella Carolina del Nord le constatazioni sono pressapoco identiche a quelle fatte nel Texas, Dopo il 2000 le Charter Schools della Carolina del Nord sono migliorate, la popolazione studentesca che frequenta le Charter Schools e' cambiata, ci sono tra gli iscritti studenti eccellenti, il turnover degli studenti e' calato e le prestazioni degli studenti misurate con i test sono pari a quelle degli studenti nelle scuole statali tradizionali in inglese e leggermente migliori in matematica.

Peccato che stia andando on questo modo. Forse pero' questo e' inevitabile, I cambiamenti nel mondo scolastico sono lenti, le resistenze feroci, la politicizzazione e' inevitabile. Le Charter Schools negli USA sono diventate un tema polemico  e politico. In molto Stati la rivendicazione di scuola libere, autonome , viene dal centro destra mentre le forze della sinistra si schierano a difesa delle scuole statali.

vendredi 24 mars 2017

Selezione dei candidati all'insegnamento

Si potrebbe dire che questa e' l'araba fenice della formazione degli insegnanti. Coloro che vogliono diventare insegnanti dovrebbero per prima cosa essere valutati e selezionati . Non tutti possono diventare insegnante. Si suppone che una buona selezione in entrata ( cosi' si dice nel gergo scientifico) permetta di migliorare globalmente la qualità' degli insegnanti. Detto e fatto? No, perche' non e' affatto facile selezionare i candidati all'insegnamento.  Ci sono test a iosa di personalità ma nessuno ha dato fin qui soddisfazione. Se si fosse scoperto il test inappuntabile lo si saprebbe e tutti lo applicherebbero. Non e' purtroppo il caso. Quindi "cave canem": le soluzioni più attraenti non sono quelle più giuste e efficaci.

In questi giorni il Centro nazionale USA sulle politiche scolastiche ( Acronimo NCEP ) con sede presso la scuola di dottorato in educazione dell'Universita' del Colorado a Boulder ha pubblicato un documento molto critico riguardo a un'indagine del " National Council on Teacher Quality" che e'un ente privato USA costituito nel 2000 e molto vicino alla fondazione conservatrice Thomas Fordham che milita a favore delle Charter Schools. Nel documento si asserisce che per migliorare la qualità' degli insegnanti basta elevare gli standards di ammissione alla formazione iniziale . Il documento in inglese  si può consultare qui :
http://nepc.colorado.edu/thinktank/review-admissions




L'esame del documento e' stato effettuato da un gruppo condotto dalla prof,ssa Marilyn Cochran-Smith personalità' molto nota nel settore scolastico negli USA, che insegna al Boston  College. Il documento di valutazione prodotto dal NEPC lo si può consultare qui;
http://nepc.colorado.edu/thinktank/review-admissions

Gli esaminatori ritengono che il documento del NCTQ non fornisce gli elementi necessari per sostenere le raccomandazioni fornite nel testo. Il documento sarebbe assai debole poiché esprime molte affermazioni senza suffragarle da prove inconfutabili che dimostrerebbero la  validità'  di criteri più severi di selezione dei candidati all'insegnamento. Ogni raccomandazione si basa su un paio di citazioni che sono come la ciliegina sulla torta mentre si ignora la montagna di indagini svolte sulla questione che forniscono per esempio prove contrastanti e che indicano come la questione sia assai più complessa di quanto il documento suggerisca.  Per finire si afferma che il documento del NCTQ non serve gran che. In ogni modo e' poco utile come guida per i responsabili politici.

mercredi 22 mars 2017

Sindacati insegnanti inglesi

Mega fusione nel mondo dei sindacati degli insegnanti inglesi. Ne parla il servizio scolastico della BBC( testo in inglese:  http://www.bbc.com/news/education-39351936).

Si tratta di una mega-fusione tra due fortissimi sindacati: il NUT ( National Union of Teachers) e l' Association of Teachers (ATL). il nuovo sindacato degli insegnanti si chiamera' National Education Union ( acronimo NEU) e contera' più di 500.000 insegnanti. La NEU sarà' il sindacato degli insegnanti più potente di Europa e si può gia' sin da ora supporre che gli insegnanti inglesi detteranno legge sul piano europeo. Si deve sapere che le organizzazioni 
sindacali sono regolarmente consultate sia dall'UE che dall'OCSE o dall'UNESCO e che hanno un'attività' internazionale per nulla trascurabile. Spesso sono presi sottogamba da queste consultazioni molto formali, ma ogni tanto le rappresentazioni sindacali internazionali riescono a dire la loro sui progetti scolastici che sono loro sottoposti . Qui sta uno dei problemi. Spesso i temi sui quali si richiede il parere dei sindacati degli insegnanti sono temi marginali. La consultazione e' una farsa.

La fusione e' il frutto di una consultazione della base. Il 25% dei membri dell'ATL  ha espresso un parere favorevole alla fusione e il 25% dei membri del NUT pure. Le percentuali sono più elevate se si considera il numero degli insegnanti che hanno votato.

I due sindacati raggruppano insegnanti delle scuole primarie e secondarie.

Si ritiene che la fusione dei due sindacati di per se' molto combattivi non fara' altro che potenziare la voce sindacale nelle discussioni con il governo. Questo e' almeno l'intento della fusione e il parere dei due segretari generali  rappresentati nella fotografia della BBC. Il governo inglese per anni ha soffiato sul fuoco e contrapposto le due forze sindacali, Ora non potrà  più farlo.

Le mega-fusioni dei sindacati degli insegnanti sono rarissime. In genere succede il contrario. Gli insegnanti si dividono in gruppi disciplinari o di categoria per difendere a spada tratta interessi particolari. Questa frammentazione favorisce indubbiamente il gioco delle forze governative che possono sfruttare a loro agio le divisioni corporative del corpo insegnante. Apre pure sbocchi  professionali inediti agli insegnanti. Non si diventa sindacalisti per caso. Un esempio e' l'odierno ministro italiano della Pubblica Istruzione che proviene dal mondo sindacale ma non da quello degli insegnanti.La mega fusione si spera dovrebbe produrre anche un miglioramento delle analisi sindacali sulla scolarizzazione e quindi potrebbe indurre il mondo accademico a interessarsi delle questioni poste dall'evoluzione e dal finanziamento dell'istruzione. Forse si vedranno analisi più  raffinate sia da parte governativa che da quella sindacale a tutto beneficio della ricerca scientifica sulla scuola. Questo e' gia' successo negli USA dove i sindacati degli insegnanti gestiscono centri di ricerca scientifica propri che sfornano documenti brillanti.

Si può sperare che da questa fusione si esca dalla logica molto pragmatica delle rivendicazioni classiche dei sindacati degli insegnanti , troppo spesso concentrate sulla difesa del posto di lavoro, sulla moltiplicazione dei posti di lavoro, sulle retribuzioni, sui criteri di valutazione, sulla formazione iniziale degli insegnanti. Va anche detto che nel mondo inglese gli insegnanti hanno nel passato ottenuto vittorie consistenti come per esempio nel settore della formazione o dei piani di carriera, ma che spesso, nonostante scioperi rilevanti, gli insegnanti sono stati sconfitti, come per esempio nel caso della valutazione. I sindacati degli insegnanti inglesi non sono riusciti a impedire la pubblicazione sui quotidiani , da parte del governo dei punteggi conseguiti dalle scuole nei test.

lundi 6 mars 2017

Femmilizzazione della professione di insegnante

La professione di insegnante è diventata o sta diventando una professione monopolizzata dalle donne, ossia è una professione tipica del mondo femminile. Ci sono professioni tipicamente femminili e altre invece tipicamente maschili. Quella di insegnante è una professione vieppiù femminile.

Ne parla Dirk Van Damme, il capo della Divisione degli indicatori scolastici e della valutazione nella Direzione dell'educazione dell'OCSE nonché direttore del CERI,  il Centro dell'OCSE per la ricerca e l'innovazione nella scuola, nell'ultima versione del blog dell'OCSE sulla scuola (http://oecdeducationtoday.blogspot.fr/2017/03/why-do-so-many-women-want-to-become_1.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+EducationtodayBlog+(educationtoday+blog).

Van Damme aggiorna informazioni già note da decenni e dimostra con dati alla mano provenienti dalla miniera di dati comparabili dell'OCSE che la professione di insegnante si femminilizza a ritmo accelerato e fornisce un'informazione sorprendente connessa al livello salariale comparato delle donne insegnanti nelle scuole primarie rispetto a quello dei maschi con titoli simili che spiegherebbe almeno in parte l'attrazione della professione insegnante esercitata tra le donne. L'accelerazione della professione si osserva comparando per esempio la percentuale delle donne insegnanti nella scuola media nella fascia d'età inferiore ai 30 anni (ora superiore al 70%), mentre tale proporzione è del 65% nella fascia di età superiore ai 50 anni.

Van Damme conclude il blog affermando che l'uguaglianza di genere nella scuola, uguaglianza che non esiste affatto ( per esempio la proporzione delle donne preside o dirigenti di scuola è nettamente inferiore a quella degli uomini , oppure la proporzione delle donne nel settore  universitario -- nell'ambito internazionale si parla piuttosto di settore terziario -- è solo del 43%, nonostante l'assenza o la debolezza di disparità salariale tra gli stipendi delle donne e quelli degli uomini insegnanti. L'uguaglianza tra uomini e donne nella scuola  potrà essere raggiunta se al di fuori della scuola la disparità di rimunerazione tra uomini e donne non solo sparisca ma sia meno svantaggiosa per i maschi a parità di titolo e se ovviamente la politica scolastica diventi meno segregatrice nei confronti della donne che non lo sia oggigiorno ma si deve tenere conto del fatto che gli stipendi dei laureati uomini comparati a quello delle maestre che sono pure laureate sono in genere meno attraenti. .Questo divario vale anche per l'Italia.In altri termini è più vantaggioso per una donna scegliere di diventare insegnante delle scuole primarie che non praticare un'altra professione.

Quando ero bambino tra il 1946 e il 1950 negli anni di scuola primaria ho avuto quattro insegnanti maschi e una sola donna che è stata la maestra di prima elementare. Non ho mai avuto un direttore o un preside o un dirigente scolastico donna anche in seguito.Tutti i professori dell'insegnamento secondario furono maschi. Nessuna donna. I tempi sono cambiati in cinquant'anni   e muteranno ancora.

jeudi 2 mars 2017

Buoni scuola

Fatta la legge, fatto l'inganno.

Articolo in  inglese pubblicato nel New York Times del 2 marzo, a cura di Kevin Carey, su quanto succede nello stato dell'Arizona dove la maggioranza conservatrice ha imposto la libertà di scelta della scuola, dove esiste una percentuale molto elevata di "Charter Schools", dove la privatizzazione del servizio scolastico è assai spinta, dove la competizione tra scuole è elevata ed è stata adottata come  dottrina di stato nella politica scolastica. Ci sono furbi che approfittano ben bene dei buoni scuola. L'articolo è in inglese e si può leggere qui https://www.nytimes.com/2017/03/02/upshot/arizona-shows-what-can-go-wrong-with-tax-credit-vouchers.html nella versione originale.

La scuola in USA :marcia indietro?

Questo è un testo diffuso da Eva Baker su Facebook questa mattina 2 marzo 2017. Ho conosciuto Eva Baker quando dirigeva nel 1990 il  CRESST( il Centro nazionale USA di ricerca sulla valutazione, gli standards e i test degli studenti) all'università di Los Angeles( UCLA) e l'avevo invitata a Lugano al convegno del progetto INES nel 1991  sugli indicatori scolastici prodotti dell'OCSE, dove le avevo chiesto un intervento sugli insiemi di indicatori scolastici. Baker è stata decano ( si diceva così un tempo) del centro  di perfezionamento sulla scuola (Graduate School of Education) dell'UCLA e nel 2007 ha presieduto l'AERA ( American Educational Research Association). Questa mattina ( 2 novembre) chiede su Facebook di diffondere un messaggio di allarme avverso alle ultime decisioni prese dal Congresso USA in materia di politica scolastica.


Il progetto di legge 610 (Legge sulla  distribuzione dei  fondi federali per l'istruzione elementare e secondaria, sotto forma di voucher per studenti idonei e di abrogazione di determinate regole  relative alle norme sui criteri di distribuzione dei buoni pasto nelle scuole) in discussione al Congresso USA generalizza il sistema dei buoni scuola ( i vouchers) negli USA per tutti gli alunni dai 5 ai 17 anni e inizia la politica scolastica auspicata dal presidente Donald Trump di indebolimento della scuola statale con la generalizzazione del vouchers e il finanziamento delle politiche e delle esperienze di libertà di scelta della scuola.. Baker milita per la difesa della scuola statale ma anche per una valutazione corretta di quanto vi si svolge. E' una oppositrice della politica scolastica di Donald Trump. 

Mi sembra utile diffondere un testo come questo che illustra una tendenza in atto nelle politiche scolastiche. E' vero che non tutto luccica nella scuola statale, che ci sono molte ingiustizia, che le disuguaglianze non calano, che molti insegnanti non si curano affatto di quanto apprendono gli studenti e che fanno i loro comodi, ma non si deve neppure supporre che la scuola statale sia tutta marcia e che la si debba smantellare per migliorare gli apprendimenti degli studenti e per correggere le ingiustizie. Quindi è ottima cosa occuparsi di quanto succede nel mondo  scolastico ovunque e soprattutto seguire le mode, valutare le politiche, chiedere prove. Si può senz'altro migliorare l'istruzione e lo si deve anche fare non tanto per migliorare il rendimento economico ( il che conta, perché la distribuzione della ricchezza generata da una economia in espansione serve a tutti)  ma soprattutto per ottenere condizioni di vita migliori per tutti e ci si deve anche chiedere se la scuola statale sia proprio in grado di compensare le disuguaglianze sociali in materia di istruzione, se può essere migliore di quel che è. L'elevazione  dei livelli di istruzione da quando esiste il servizio statale di istruzione è innegabile ed è stato utile per molti ovunque. Per questa ragione il messaggio di allarme diffuso da Baker e consorti è interessante. Illustra una tendenza in atto e descrive una illusione diffusa. Lo riprendo nella versione originale in inglese. 

House Bill 610 makes some large changes. Inform yourselves.

This bill will effectively start the school voucher system to be used by children ages 5-17, and starts the defunding process of public schools.
In addition, the bill will eliminate the Elementary and Education Act of 1965, which is the nation's educational law and provides equal opportunity in education.
ESSA is a big comprehensive program that covers programs for struggling learners, AP classes, ESL classes, classes for minorities such as Native Americans, Rural Education, Education for the Homeless, School Safety (Gun-Free schools), Monitoring and Compliance and Federal Accountability Programs.
The Bill also abolishes the Nutritional Act of 2012 (No Hungry Kids Act) which provides nutritional standards in school breakfast and lunch.
Some things ESSA does for Children with Disabilities:
-Ensures access to the general education curriculum.Ensures access to accommodations on assessments.
-Ensures concepts of Universal Design for Learning
-Includes provisions that require local education agencies to provide evidence-based
interventions in schools with consistently under-performing subgroups.
-Requires states in Title I plans to address how they will improve conditions for learning including reducing incidents of bullying and harassment in schools, overuse of discipline practices and reduce the use of aversive behavioral interventions (such as restraints and seclusion).
Please call your representative and ask him/her to vote NO on House Bill 610 (HR 610) introduced by three Republican reps.
PLEASE copy and paste, don't just share. That limits it to friends we have in common.