lundi 3 septembre 2018

Marco Malvaldi, A bocce ferme

Terminata un'altra lettura.  Questo è  un testo originale ma non è un capolavoro letterario; si tratta  di un giallo, opera di Marco Malvaldi. Titolo: "A bocce ferme", edizioni Sellerio, 2018, pagg. 223.


Il racconto riguarda l'assassinio di Corrado Alberto, proprietario della Farmesis, un'azienda farmaceutica del litorale toscano tra PISA  e Livorno. Parte della narrazione è incentrata sui quattro vecchietti, clienti abituali del Bar Lume , quattro toscanacci,  che aiutano Alice Martelli,  vice-questore,  fidanzata del barista Massimo, a risolvere il crimine, anzi il duplice crimine. Il libro ha pregi e difetti ma il giallo non è gran che. Ne girano di migliori in Italia. Penso per esempio a quelli di Maurizio Di Giovanni e alla sua serie di gialli napoletani. Il crimine toscano è avvenuto nel 1968 e i quattro vecchietti, allora giovani, hanno partecipato, ognuno  in un modo o in un altro, agli avvenimenti che hanno agitato il mondo scolastico di quel lontano periodo. In particolare si deve ricordare che a PISA c'è una università nonché la scuola normale, un istituto universitario di eccellenza e che a Pisa ci sono stati scontri violenti, si sono picchiati. I quattro non erano né alla Normale né all'Uni. Non mi conviene spiegare qui come mai si rievoca il 68 in questo giallo ma Malvaldi è bravo a ricostruire quei mesi e quegli anni, le illusioni di molti, le lotte, le battaglie condotte dal movimento studentesco e dalla classe operaia che allora c'era.


 Malvaldi è un attento osservatore. Le chiacchiere nel bar sono ricostruite con bravura. anche i movimenti dei quattro sono osservati e descritti molto bene ma il giallo non convince. C'è in ballo una questione di eredità tra il fondatore della Farmesis, il figlio putativo, un giornalista locale che da giovane faceva il rivoluzionario. Si passa da un tema all'altro , si è un poco strattonati.  Sono entrato nel giallo solo dopo metà libro. La lettura del libro non mi ha convinto, la vicenda mi ha coinvolto solo molto tardi verso la fine del libro, anche se talune pagine iniziali sono assai belle. Leggo questi gialli , come quelli di Camilleri o di Donna Leon, per gustare la ricchezza del mondo letterario italiano. Ci sono autori interessanti in diverse città, che descrivono quanto succede localmente e che mettono in evidenza le peculiarità ( gastronomiche, linguistiche, religiose, ecc.)  locali.  Per esempio Camilleri è immerso nel mondo siculo, Di Giovanni in quello napoletano, Malvaldi nel mondo toscano-tirrenico, ecc. E' davvero une delizia leggere questi autori. Non li cito tutti. Si viaggia in Italia.




dimanche 2 septembre 2018

La valutazione dei sistemi scolastici

Su Facebook  ho un gruppetto di interlocutori ferocemente opposti all'INVALSI ,  l'Istituto Nazionale italiano di valutazione della scuola situato a Roma, erede del CEDE , il Centro europeo dell'educazione che era a Frascati nella Villa Falconieri. Il gruppetto propone la chiusura delI'INVALSI accusato di essere la causa di molti mali di cui soffre il sistema scolastico italiano nonché di aggravare il malandazzo che impera nel sistema scolastico italiano , di non attenuarlo come invece si pretende che dovrebbe fare fornendo informazioni attendibili ai dirigenti politici sullo stato del sistema scolastico italiano, in realtà solo su quello delle scuole primarie e secondarie. Le indagini censuarie dell'Istituto sono criticate per lo stile con cui sono condotte, per lo spreco di soldi che rappresentano soprattutto perché scoprono  l'acqua calda, cioè cose che si sanno già da tempo anche senza le indagini. Ci si chiede dunque se le indagini dell'INVALSI servano a qualcosa e la risposta è negativa. Per finire si afferma anche che la valutazione non è oggettiva e si discetta sull'impossibilità di una valutazione oggettiva del sistema scolastico. Per denigrare totalmente la valutazione scolastica in atto si sostiene che gli items dei test costruiti dall'INVALSI sarebbero quiz e si afferma che la "Settimana enigmistica", l'opuscolo in vendita nelle edicole in Italia, specializzato nelle parole incrociate, ma non solo, sia molto migliore dei test prodotti dall'INVALSI.

Le critiche ai metodi di valutazione usati dall'INVALSI dunque furoreggiano tra i cosiddetti amici di Facebook ma anche tra una minoranza di insegnanti,  pronti a valutare ad occhio quanto succede nelle scuole ma opposti a qualsiasi tentativo di valutazione scientifica, sistematica, basata su algoritmi. Molti insegnanti straparlano di valutazione e fanno di ogni erba un fascio, senza conoscere come sono preparate le valutazioni dei sistemi scolastici. E' doveroso criticare le modalità di valutazione dei sistemi scolastici perché solo con queste critiche se ne correggono i difetti  ed è corretto esaminarne le conseguenze come pure i metodi usati per effettuare le indagini Per esempio in Italia si è deciso di effettuare indagini censuarie e non solo campionarie. Chi ha deciso? Quando? Con quali argomenti? Cosa si voleva ottenere con le indagini censuarie? L'amministrazione scolastica italiana era attrezzata per realizzarle? Si è poi deciso di mescolare le indagini sul sistema scolastico con le prove individuali , gli esami , i cui risultati vengono inseriti nelle pagelle e contano nel computo delle medie di ogni studente quindi nelle promozioni e negli orientamenti scolastici e professionali. Perché questa mescolanza di generi? Chi l'ha voluta? Si può fare altro? Infine si è passati di colpo a indagini elettroniche anche se la rete informatica diffusa sul territorio non lo consentiva. Chi ha deciso? Con quali intenzioni? Come si ponderano i risultati? Con quali risorse si preparano le scuole? Come si passa da una valutazione cartacea a una elettronica?

Il mondo della valutazione dei sistemi scolastici non è tutto roseo ma le accuse rivolte all'INVALSI sembrano davvero eccessive. In primo luogo  è opportuno rilevare che l'INVALSI non è un ente autonomo che decide liberamente per proprio conto le indagini da effettuare e  come effettuarle . L ' INVALSI dipende dal Ministro dell'Istruzione, delle Università e della Ricerca Scientifica. Questa fu un'opzione adottata al momento della creazione dell'INVALSI. Fu una scelta effettuata a Roma , frutto di  un compromesso politico. Altre scelte, altri indirizzi esistono e sono dunque possibili. Ogni scelta ha i suoi pregi e i suoi difetti. Però si deve ammettere che la costituzione di un Istituto Nazionale di valutazione della scuola fu già di per sé un passo avanti soprattutto in una nazione come l'Italia, sprovvista di una forte tradizione psicometrica, di centri di ricerca e di formazione universitari specializzati nella valutazione "tout court" della scuola , ossia degli studenti, degli insegnanti , dei dirigenti scolastici, dell'amministrazione scolastica . Mentre nel mondo si costituiva a partire dagli anni trenta del secolo scorso una comunità scientifica di specialisti della valutazione internazionale comparata dei sistemi scolastici , in Italia non succedeva nulla del genere. L'Italia era di fatto assente in  questo movimento.  Orbene, la novità di politica scolastica alla fine del XX secolo fu appunto il trionfo della valutazione dei sistemi scolastici su larga scala. A livello politico si è capito che i sistemi scolastici andavano valutati, che per migliorare la gestione dei sistemi scolastici si doveva sapere come funzionavano e  cosa imparavano gli studenti nelle scuole pubbliche. Questa operazione non è affatto semplice e solleva un sacco di problemi teorici e organizzativi, ossia pratici. Si è cominciato con quanto si sapeva già fare: ossia con la valutazione degli studenti. Purtroppo non sono uno specialista di psicometria e non sono in grado di discutere i difetti e le virtù dei test scolastici ( che in Italia taluni continuano a chiamare quiz ma che quiz non sono) usati per valutare gli apprendimenti degli studenti e per giudicare la pertinenza e la validità dei sistemi scolastici. So però che questo settore ha  una lunga storia  e che il dibattito su quanto si apprende a scuola e su come lo si misura  continua. Per essere al corrente delle tendenze in atto occorre entrare nella comunità scientifica internazionale che si occupa di queste questioni. Gli specialisti italiani presenti con un ruolo attivo in questa comunità non sono numerosi. Questo significa che in Italia si vive di rendita nel settore della valutazione su vasta scala dei sistemi scolastici ossia che si è al rimorchio di quanto succede e si sperimenta altrove. L'INVALSI costringe a uscire da questa condizione di stallo. Il sistema scolastico italiano (  che va a sua volta va definito, ossia delimitato) deve essere valutato. I dati raccolti finora segnalano che il sistema scolastico italiano  è ammalato. Non solo è sorto in ritardo rispetto a molti altri ma è profondamente inadeguato. Tutti sanno che la politica scolastica in Italia è quasi l'ultima ruota del carro e che nonostante le informazioni si è fatto ben poco per correggere i difetti del sistema che nonostante tutto sopravvive, grazie anche alla bravura di insegnanti, studenti e famiglie che accettano di operare in condizioni talora molto disagevoli.