vendredi 10 janvier 2020

Sciopero contro il progetto di legge sulla cassa pensione in Francia

Bloccati a Parigi: non ci si muove. difficile prendere un treno a grande velocità o una metropolitana. Arduo spostarsi in Parigi e da Parigi verso il  resto della Francia a meno di grossi sacrifici, fisici e finanziari.  Non è tutto così però  in Francia. Ci sono zone dove non c'è traccia alcuna dello sciopero. Ma a Parigi, la metropoli per eccellenza , con più di 20 milioni di persone tra periferia e centro, ci si accorge dello sciopero che dura da più di un mese.

Non si sa quanti siano gli  scioperanti. Pochi probabilmente, ma paralizzano il traffico. Non tutti scioperano. e' una delle regole; Sciopera chi è preparato, chi ubbidisce chi si lascia convincere od è convinto che i capi hanno ragione.  Ci si rende conto che il servizio pubblico di trasporto è una realtà che conta, che è utilizzata nella metropoli.Questa è la prima cosa da sottolineare. Non è una grande novità, ma vale la pena ricordarla. Gli scioperanti, il personale dell'azienda della metropolitana , i conducenti di treno, lo sanno benissimo. Sono loro il nucleo duro degli scioperanti. Possono farlo perché leggi apposite lo consentono. I dirigenti sindacali strepitano. Taluni aderenti li ascoltano. Una parte dell'opinione pubblica è dalla loro parte anche se non sciopera.

Sciopero duro: si va oltre un mese di fastidi e con una  paga  ridotta per certe famiglie di scioperanti. Il sostegno dato agli scioperanti da una parte dell'opinione pubblica  che scopre la proposta di legge sulla riorganizzazione del sistema pensionistico non è indifferente e si continuerà a  dibattere fin quando ci saranno risorse in campo. Da un lato è ovvio che il governo attuale tenta di sfiancare gli avversari e specula sullo sfinimento, dall'altro i sindacati dei ferrovieri hanno ritrovato una serietà e una credibilità che avevano perso. Ma quanti militanti capiscono le argomentazioni molto ardue sui punti contestati della riforma?  Il tema è molto complesso e Macron e il suo governo forse ne hanno sottovalutato la difficoltà con l'ambizione di semplificare il sistema pensionistico nato nell'immediato dopoguerra e che nessun governo ha osato riformare. Tra gli argomenti in ballo esiste anche  un conflitto implicito,  personale,  tra leaders e un disaccordo sull'impostazione di fondo della riforma. I conflitti personali possono essere risolti; il disaccordo di fondo, ossia ideologico,  potrebbe essere assai più difficile da superare.

Non entro  nel merito del dibattito sullo sciopero. Ci sono valide ragioni per scioperare e contestare il progetto di legge sulle pensioni e ci sono valide ragioni per invece sostenere la revisione del sistema pensionistico francese. Sono sorpreso dal metodo utilizzato dal governo per impostare la riforma del sistema pensionistico del settore pubblico ( metà della popolazione che lavora  è nel settore privato ) . Nell'amministrazione statale si è messa a punto una proposta di legge durante 18 mesi e ora si scopre che numerosi aspetti sono stati trascurati. I negoziati, le discussioni, iniziano in realtà ora. Un po' tardi. Si è con l'acqua alla gola o non lo si è? Di sicuro si sa che il numero delle persone che versano contributi al sistema pensionistico cala e che il numero dei beneficiari invece cresce. Da qui la controversa questione dell'equilibrio del sistema che versa ai più deboli 1000€ mensili ( questo è il minimo adottato dal governo). Davvero pochi se non si ha alto cespite d'entrata quando si diventa pensionati. Ma in Francia è difficile sapere quanti vivono del minimo, perché ci sono tantissime scappatoie che permettono di arrotondare la pensione e pochissime indagini in merito. Una parte dell'opinione pubblica ritiene del resto che il minimo non sia negoziabile e si accontenta di questa  soglia. Il sistema sociale vigente consente di sopravvivere , ossia di vivere male, con una tale somma. Insomma, senza focalizzarsi sul minimo,  si spende di più di quanto si incassa per gestire il sistema pensionistico.  Ci sono sindacati che affermano che ciò' sia  falso e che esiste una riserva finanziaria rilevante da utilizzare, che su questo punto non ci sono informazioni attendibili, che l'amministrazione statale tace, nasconde una parte della questione, non dice la verità. Si contesta in altri termini l'approccio economicista del governo alla questione pensionistica. Si può e si deve anzi spendere di più perchè la pensione è una questione sociale.

Adesso si cerca una via d'uscita, una scappatoia per salvare la faccia. Da una parte il governo dello stato,  partito lancia in resta con l'idea di semplificare il sistema pensionistico che non regge più, e dall'altra i sindacati che invece sin dall'inizio hanno avvertito che avrebbero condotto una lotta senza tregua al tentativo di riformare il sistema pensionistico. I lavoratori che hanno scioperato e ubbidito agli ordini sindacali sono tra coloro che hanno pagato lo scotto, ci hanno smenato. Si capisce che molti scioperanti non sono disposti a cedere tanto facilmente. Non si sciopera durante le Feste di fine anno. Fatta la festa con i compagni? Magari, ma poi cosa succede?