lundi 30 septembre 2013

Charter Schools

In Italia molte persone che giustamente operano per migliorare il servizio scolastico statale,  che non è ovunque perfetto come ormai ben si sa,  sognano e propongono di adottare il modello USA delle "Charter Schools". Sono allibito di fronte a cotale superficialità.

Il modello USA delle "Charter Schools"è la formula più avanzata di autonomia scolastica finora attuata nel settore statale. Gli Inglesi hanno cercato di copiarlo con le "School Academies". Orbene, il modello delle "Charter Schools" esiste negli USA da una ventina d'anni e non ha fin qui convinto. I promotori si sono illusi che con l'attribuzione di una maggiore indipendenza e autonomia alle singole scuole il rendimento scolastico degli studenti misurato con test di competenze e conoscenze nella comprensione di testi scritti e della matematica, esiti  spesso assunti come misura del  rendimento delle scuole, migliorasse sensibilmente. Ciò non è successo e sono invece  capitate varie altre cosucce assai interessanti. In ogni modo l'esperimento delle "Charter Schools" non ha dato l'esito scontato. Inoltre, il servizio scolastico tradizionalista ha frenato alla grande e inventato tutta una serie di lacci per imbrigliare le "Charter Schools". Il risultato è paradossale: gli esiti delle "Charter Schools" in media , sul territorio degli USA, non divergono da quelli delle scuole cosiddette tradizionaliste. Ci sono centinaia di indagini scientifiche sul funzionamento delle "Charter Schools", sul confronto tra "Charter Schools" da un lato e le scuole tradizionaliste dall'altro. Ne ho segnalate parecchie nel mio sito www.oxydiane.net .  Quindi prima di invocare la soluzione delle "Charter Schools" sarebbe opportuno studiare da vicino i limiti della sperimentazione, i difetti, le tendenze, i fenomeni generati da questa operazione. Forse le "Charter Schools" rappresentano una via per la scolarizzazione nel XXI secolo e per salvare il servizio scolastico statale ma ciò non è affatto sicuro.

lundi 9 septembre 2013

Enfants valises: figli di immigrati nel servizio scolastico statale francese

Sono andato ieri, 8 settembre, a vedere il documentario "Enfants Valises" proiettato alle 11 di mattina nella sala cinematografica "L' Escurial" nel 13esimo quartiere di Parigi. Il documentario riguardava l'accoglienza di giovani immigrati clandestini, privi di documenti , minori con un'età inferiore ai 16 anni che secondo la legge francese non possono essere espulsi dalla scuola ed anzi devono essere accolti nella scuola dell'obbligo.

L'autore del documentario Xavier de Lauzanne ha seguito per un intero anno una classe in una scuola media del 20esimo quartiere di Parigi. La classe era composta in gran parte di maschi di colore e di alcune ragazze pure di colore. Tutti provenivano dai paesi dell'Africa francofona. Tutti biascicavano il francese come lo si parla nei paesi africani subsahariani. Classe quindi relativamente omogenea composta di ragazzotti e femmine, della stessa età, con una lingua in comune, il francese, protetti dalla scuola. Alcuni erano nati in Francia, alcuni avevano perfino la nazionalità francese. Non ho capito perché erano finiti lì dentro , in una classe speciale detta "classe d'accueil". Il titolo del film è quindi sbagliato. Non tutti gli studenti erano "enfants valises" sbarcati in Francia illegalmente. Taluni anche se privi di documenti erano accolti  dalle famiglie o dai fratelli maggiori. altri avevano già la nazionalityà francese.

Il regista si è ben guardato dal mettere in evidenza la povertà di questi studenti e di soffermarsi sulla segregazione del sistema scolastico con l'apertura di queste classi. Di questi studenti del resto non si sa nulla, non si sa quali lingue parlano, non si conosce la religione, non si ha un'idea di cosa mangino. Il regista, presente alla proiezione ha più volte ripetuto che voleva filmare questi studenti come se fossero adolescenti "normali" ,  come giovani qualunque che vivono immersi nelle metropoli. A differenza del film " La classe" non si vede nessun compagno francese nel documentario. La classe è isolata dalle altre classi. Penosa è la lunga sequenza dedicata all'orientamento professionale. Parlare di dilettantismo in questo caso sarebbe eccessivo. In questo passaggio è rivelata la miseria del sistema scolastico, la pretesa delle anime angeliche che vi operano di fare del bene. Nel film appare una sola insegnante, un'anima pia, dolce, che si dà molto da fare, un angelo del focolare per l'appunto, un'insegnante con la vocazione come si diceva un tempo. Ho anche pensato al film "L'esquive" perché anche nella classe del documentario si legge un classico, un testo di Blaise Cendras ed alla fine dell'anno si fa una festa. Xavier de Lauzanne non poteva ignorare questi precedenti.

La scena  che mi ha più colpito è stata quella della camera da letto di uno degli studenti: un locale con sei o sette letti a castello per i fratelli. I genitori erano morti ed il fratello maggiore si occupava di tutti.

Sono andato a vedere il film quasi per dovere professionale. Ritengo giusto che la scuola sia un santuario impenetrabile per la polizia o per qualsiasi tipo di autorità incaricata dell'ordine o del disordine pubblico. Clandestini o meno, con o senza documenti, i giovani immigrati vanno accolti nelle scuole e vanno aiutati, se necessario istruiti. La padronanza della lingua locale è un passaggio indispensabile per attuare tutte le pratiche successive necessarie per trovare un lavoro, per ottenere i documenti che offrono un minimo di protezione sociale.  La soluzione illustrata nel documentario "Enfants Valises" è errata, arbitraria, artificiosa.

Quando ero a Ginevra c'erano classi del genere ma molto più complesse, con giovani provenienti da diverse parti del mondo, che padroneggiavano lingue diverse, messi assieme nella stessa classe. Anche a Ginevra il modello non funzionava, ma  per tutt'altre ragioni di quelle che concorrono a spiegare il fallimento del modello parigino o francese (suppongo che classi del genere ci siano in tutta la Francia). Questi studenti non sono dei minorati, non sono dei debili mentali. Sono , come appunto afferma De Lauzanne, persone "normali", ma che provengono da un altro mondo, sono poveri, vivono in ambienti precari, praticano valori diversi da quelli proposti dal servizio scolastico d'istruzione e formazione. Occuparsene costa assai, perché non si possono isolare e rinchiudere in un'aula speciale.

Il film non mi è piaciuto, era sbagliato, ha evitato questioni scottanti come quelle di politica scolastica: chi ha voluto queste classi? Perché sono state create?