samedi 1 janvier 2011

Si impara anche fuori di scuola

Non si impara solo a scuola. Spesso si dimentica una verità banale come questa. Anche se ora ci sono scuole ovunque, non mancano prove a iosa di apprendimenti importanti che avvengono fuori dalla scuola, non solo nei paesi in via di sviluppo.

A questo proposito, mi viene in mente una ricerca intrapresa al CERI quando si discuteva della composizione del primo insieme di indicatori internazionali su come raccogliere informazioni sugli apprendimenti e prima ancora sugli apprendimenti che si sarebbero dovuti osservare, misurare. L' iniziativa era stata promossa dai rappresentanti di alcuni sistemi scolastici scettici nei riguardi delle informazioni prodotte dall'IEA o dal progetto IAEP. Come avrebbero dovuto essere configurati gli indicatori di risultato, ossia le misure degli apprendimenti? Erano gli anni durante i quali germogliava il progetto PISA. Le reticenze erano assai forti tra gli esperti riguardo alla pertinenza di indicatori di risultato basati esclusivamente sui test d'apprendimento.

Un gruppo si mise al lavoro per chiarire la questione, animato da Uri Trier di Zurigo. All'inizio si adottò l'acronimo NOBS (che voleva dire , se ben ricordo, "non cognitive basic skills"), poi il gruppetto fu suddiviso in due sottogruppi: GOALS (un acronimo inventato da Albert Tuijnman, che non riesco più a smontare) e CCC (Cross Curricular Competencies). Alla fine credo che tutto il lavoro svolto sia andato al macero.

Quando sono arrivato a Ginevra allo SRED ho incontrato alla FPSE(la facoltà di scienze dell'educazione) piagetiani che svolgevano ricerche comparate sugli apprendimenti fuori di scuola(per esempio Dasen, se ben ricordo). Il successo di PISA, un progetto molto rassicurante per chi governa i sistemi scolastici e che ha pure i soldi per finanziarlo, ha scotomizzato i dubbi su cosa e come valutare, su quel che conta sapere e dove lo si apprende. Gli apparati scolastici hanno imposto il loro modo di vedere.

Le nuove tecnologie dell'informazione, che rendono attuabile un accesso libero, ovunque, in ogni momento, alle conoscenze, forse riaprono un discorso accantonato, difficile, scomodo. Non si impara solo a scuola e non tutto quel che si impara a scuola è importante per la vita. Questo lo diceva Jules Peschar, olandese, professore all'università di Groeningen, animatore del sottogruppo CCC. Adesso scopro su Facebook, segnalato da François Taddei, un'emissione di Euronews che tratta appunto di questa questione: http://www.euronews.net/2010/12/13/learning-outside-the-classroom/. Non è mai troppo tardi, mi vien da dire.

Capodanno

In Provenza, solatia, splendidi colori ramati. Ho letto il blog del campo di lavoro a Calcutta della sezione scaut Tre Pini di Massagno (ohibò ne sono stato anche il capo sezione) dove ci sono i miei due fratelli. Credo di avere riconosciuto un testo scritto da  Antonio nel quale si racconta la baldoria del veglione in una città asiatica. Anche a volerlo non si riesce a entrare in un ristorante. Ma neppure a Parigi, carissimi!

Detto questo "tirem innanz". Domani è il secondo giorno di un anno che non immaginavo nemmeno di vedere e vivere.