dimanche 27 janvier 2013
Yersin
Yersin: non ne avevo mai sentito parlare e l' ho scoperto leggendo il libro di Patrick Deville: Peste & Choléra, edito da Seuil, Parigi, premio Fémina 2012. Il libro non mi è molto piaciuto ma la figura di Yersin descritta nel libro mi ha affascinato.
Alexandre Yersin(1963-1943) nato a Aubonne vicino a Losanna, dopo un soggiorno in Germania è diventati medico a Parigi ed è stato assunto nel gruppo di Pasteur alla fine dell'800.Fu non solo medico, ma esploratore, viaggiatore instancabile, biologo, ricercatore geniale, scopritore del bacillo della peste. Grazie a lui la peste, epidemia tremenda per secoli che ha decimato popolazioni intere, è stata definitivamente debellata. Yersin ha vissuto a fondo la "Belle époque", si è rifugiato in un villaggio costiero a Nord di Saigon, ha scoperto la zona di Dalat ed è morto prima che l'Indocina divenisse un inferno.
Uomo elegante, amante del bello, delle novità e della comodità. Non ha mai smesso di leggere, di studiare, di innovare, di viaggiare. Alla fine dell'esistenza, quando non poteva più viaggiare, leggeva i classici latini e greci e li traduceva.
Durante il mio soggiorno ginevrino di otto anni dal 1997 al 2005 ho incontrato parecchie personalità nella Svizzera Romanda che per un verso o per un altro gli assomigliavano, almeno per l'idea che me ne sono fatto con il libro di Patrick Deville e le fotografie di Yersin su Google e Wikipedia. Figure altrettanto eleganti, distinte, curate, colte, sapienti, curiose, ma anche arroganti e presuntuose. Molta generosità ed umanesimo conditi da un eclettico estetismo. Persone di tutte le età, tra le quali parecchi giovani di buona famiglia che dopo l'università partivano e partono tuttora in missione per la Croce Rossa in zone tremende per svolgere lavori ingrati sul terreno. L'aiuto internazionale li affascina, il gusto per l'esplorazione e l'avventura pure, nella Rodesia per esempio oppure nel Madagascar. Gente ammirevole, per certi versi, ma poco socievole tranne con i pochi nei quali hanno fiducia. Non sono come i fisici del CERN altra categoria di intellettuali e ricercatori che ho conosciuto a Ginevra. I fisici, almeno quelli che ho incontrato a Ginevra, sono di un altro stampo, vivono nella loro comunità di fisici, fanno ricerca scientifica e sognano il Nobel oppure una scoperta che li renderà noti mondialmente. Yersin ha scoperto il bacillo della peste, ha creato un'enorme fattoria nel Viet Nam per produrre siero e vaccini, ha formato sul posto preparatori di laboratorio.
Nel libro, Deville accenna molte volte al funzionamento del gruppo di Pasteur e dei suoi eredi. E' lo spaccato di un cenacolo geniale, composto di ricercatori che si rispettano e si aiutano reciprocamente. Anche al CERN la comunità scientifica ha tratti analoghi. Ho sovente associato questi aspetti alla comunità dell'IEA che ha per decenni perfezionato, impostato e sviluppato le indagini internazionali su vasta scala di valutazione degli apprendimenti degli studenti. Anche questo gruppo era chiuso ed è rimasto chiuso, composto di persone consapevoli delle loro competenze, della loro bravura, ma settari, arroganti, sprezzanti verso coloro che non condividevano le loro opinioni, oppure verso gli estranei che non erano stati iniziati dai "padri". Il cenacolo è esclusivo. Forse qualcosa muterà con le nuove tecnologie, ma i ricercatori che ho incontrato nella grande maggioranza erano gelosi dei propri dati e del proprio sapere, li condividono solo con poche persone simili a loro , obnubilate dall'ammirazione per un certo tipo di intelligenza, per copie simili. Ho frequentato da vicino il gruppo dirigente dell'IEA, l'ho conosciuto assai bene, ed ho sentito sulla mia pelle la loro diffidenza, il loro disprezzo. Non avevo la loro preparazione, non ho partecipato alla loro avventura ed ho anche pagato dal punto di vista professionale per questo. Tutto ciò mi induce a ritenere che il mondo scientifico composto di persone iper-intelligenti, dal fior fiore del successo accademico, dal punto di vista umano non è sempre paradisiaco ed angelico.
Conosco troppo poco Yersin per classarlo in una delle categorie di ricercatori che mi è nota, ma resto di stucco quando penso che durante i miei anni elvetici quando ho avuto modo di essere coinvolto nell'elaborazione e organizzazione di una strategia nazionale di promozione della ricerca scientifica in particolare nel settore dell'istruzione, non ho mai sentito parlare di lui. Eppure lui è nato a Aubonne nel Canton Vaud, ha conseguito la maturità a Morges nei pressi di Losanna, ha dialogato con una fitta corrispondenza per decenni con la madre e con la sorella rimaste in Svizzera anche se lui ha poi ottenuto la nazionalità francese. Non so se c'è traccia di lui nel mondo elvetico, nelle cerchie dove si discetta alla lunga di ricerca scientifica.
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