mercredi 16 janvier 2013

Valutazione degli insegnanti

In questi giorni è stata pubblicata la terza relazione del progetto finanziato negli USA dalla Fondazione Bill$Melinda Gates sulla valutazione degli insegnanti, un progetto triennale che ha mobilitato moltissime persone e che per molti versi è stato alquanto innovativo per esempio articolando test sul valore aggiunto, questionari degli studenti, registrazioni video di lezioni, osservazioni in classe da parte di colleghi o di specialisti esterni alla scuola da parte di un osservatore o più, fino a quattro osservatori. L'indagine moto ambiziosa fornisce una miniera di informazioni su come procedere o non procedere, sulle certezze accumulate, sugli errori da evitare, sulle esperienze ormai inutili perché superate da un'indagine in grande stile come l'indagine MET, svolta con estremo rigore. Tutto il materiale raccolto dall'indagine può essere consultato.Ho segnalato l'indirizzo web utilizzabile per scaricare l'intero documento nel mio sito www.oxydiane.net. La valutazione degli insegnanti è un problema scottante che suscita reazioni passionali e violente. Eppure da quando esiste la scuola pubblica gli insegnanti sono sempre stati valutati, in particolare dagli ispettori. Mi ricordo i miei primi anni d'insegnamento: ogni tanto giungeva l'ispettore, si sedeva in un angolo, ascoltava la lezione, poi esigeva di vedere il registro e altri documenti ufficiali che non ricordo più e poi se ne andava. Non ho mai tratto nessun beneficio da queste visite, non mi ricordo in realtà di avere appreso qualcosa dagli ispettori. Una sola volta un ispettore capitato in classe più o meno alla vigilia di Natale mi aveva rimproverato di avere dedicato troppo tempo alla preparazione del Natale. Era una classe del sesto anni di scuola. L'osservazione era pertinente e lo sarebbe ancora di più oggigiorno con classi multiculturali. Tra insegnanti ci si passava una sola raccomandazione: quando giunge l'ispettore (di solito le visite non erano annunciate) la classe doveva alzarsi in piedi di scatto e salutarlo coralmente con un sonoro benvenuto. Non so come la classe potesse riconoscere l'ispettore. Forse era l'insegnante che lo segnalava agli studenti interrompendo la lezione. In ogni modo, un bel benvenuto, educato, corale, garantiva il successo dell'ispezione. Nella storia dell'educazione si parla di insegnanti perseguitati dagli ispettori per ragioni politiche, o di insegnanti lasciati in pace per una decina d'anni. L'arbitrarietà di queste modalità d'ispezione era flagrante. Gli ispettori sono stati la "longa manu " del potere. Erano insegnanti ossequiosi, incompetenti , che avevano una visione olistica della buona scuola. Preferisco di gran lunga le raccomandazioni del progetto MET. Il progetto Valorizza in Italia impostato sulla reputazione aveva cercato di evitare i principali scogli della valutazione imperniata sui test, non era mica male di per sé ma peccava alquanto dal punto di vista metodologico. Troppo piccolo, ingerenze dell'autorità politica nell'impostazione dell'esperienza. Non credo che la misura del valore aggiunto, ossia il confronto tra quanto sanno gli studenti di un professore all'inizio dell'anno e quanto sanno alla fine dell'anno, sia un metodo appropriato per valutare un insegnante. Del resto tutto il mondo scientifico conviene sul fatto che la misura del valore aggiunto di un insegnante di per sé non sia accettabile. Il progetto MET propone una dose di misura del valore aggiunto da utilizzare nel computo della valutazione finale di un insegnante ma questa dose non deve superare il 50% dell'insieme delle misure addizionate per la valutazione globale dell'insegnante.

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