lundi 21 janvier 2013
Formazione e istruzione professionale
Abito accanto ad un liceo professionale parigino, il liceo Jean Lurçat nel tredicesimo quartiere. E' un mega-liceo con più di 1000 studenti, in maggioranza di colore, con una sezione di formazione terziaria nel campo del commercio o del diritto internazionale, qualcosa di simile. E' il livello BTS, che qui chiamano BAC+2 , ossia due anni di scuola dopo la maturità per ottenere un diploma più spendibile nel mercato del lavoro.
La popolazione che frequenta questo liceo non è quella che frequenta i celebri licei parigini come Henry IV o Louis Le Grand o Fénelon che non sono tra l'altro geograficamente molto distanti. E' una popolazione che proviene dai ceti popolari o poveri. Un mondo del tutto diverso.
Ho visitato il liceo Lurçat che è stato appena restaurato. Aule piccole, corridoi lunghissimi, bianchi come in un ospedale, LIM ovunque ma non so se sono utilizzate. Sembra di no.
Nel vicolo cieco parallelo al liceo ci sono una decina di immobili sorti alla fine del XIX secolo, ognuno con un proprio portone massiccio d'entrata. Durante le pause tra un'ora e l'altra, oppure durante una mezza giornata ci sono ragazzine del liceo che vengono a sedersi sugli scalini d'entrata, che faccia bello o brutto tempo non fa differenza, che chiacchierano ad alta voce e fumano, non so bene cosa. Non è affare mio. Questa mattina, uscendo di casa, ce n'erano tre,tutte piuttosto obese, una delle quali aveva perso gli oggetti dell'astuccio ed i quaderni nella melma della strada innervata ieri . Ridevano. Lì nessuno le controlla. Dopo la pausa tornano in classe. Talora ce ne sia una sola, seduta in lungo e in largo davanti al portone di una casa, che passa ore al freddo (almeno per me). Penso a loro dopo avere letto un articolo sulla licealizzazione della formazione professionale in Francia, sulla morte di questa filiera, proprio come è successo in Italia e faccio il confronto con quanto ho visto in Svizzera, con le indagini svolte dai miei collaboratori dello SRED a Ginevra sulla formazione professionale (Ho citato su Twitter quest'articolo e intendo farne una presentazione nel mio sito www.oxydiane.net). Anche a Ginevra la popolazione che segue la filiera professionale dopo la scuola media non è quella che va al liceo. Per altro a Ginevra come nel Canton Ticino (due appendici estreme della Confederazione Elvetica, la prima in contatto con la Francia e la seconda con l'Italia) la politica scolastica ha promosso la licealizzazione. Questi due sistemi scolastici sono quelli che hanno la percentuale più elevata di studenti che conseguono la maturità di cultura generale tra tutti i sistemi scolastici elvetici che son ben 26. Ciò nonostante la filiera professionale resta di qualità anche perché lo Stato Centrale, ossia l'amministrazione federale che risiede a Berna, la capitale della Confederazione, impone regole e principi di qualità, si potrebbe perfino parlare di standard di qualità, da rispettare che sono verificati, ispezionati regolarmente. Se non si applicano gli standard saltano i sussidi. Nulla di simile in Francia ed in Italia (conosco meno bene il caso spagnolo) dove la centralizzazione della politica scolsstica ha optato per scelte molto accademiche. Anche in Svizzera la filiera della formazione e istruzione professionale è alquanto normalizzata dall' amministrazione centrale ma è applicata rispettando le competenze degli enti regionali, ossia i cantoni come si chiamano in Svizzera. Le decisioni sono concordate anche se, in un certo senso, prevale sempre la maggioranza tedesca. Ritengo che questo sia un bene e una fortuna per la parte latina della Confederazione che è obbligata a rispettare indirizzi di politica scolastica che probabilmente non sarebbero stati applicati.
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