jeudi 24 janvier 2013
Django
Ho visto nel pomeriggio l'ultimo film di Tarantino "Django unchained". Bel western, violento come lo sono i film di Tarantino, con molteplici allusioni (clin d'oeil) alla storia del western e ai western all'italiana. Musiche di Morricone non per nulla. Vi recita Leonardo di Caprio. Commovente ricostruzione delle piantagioni di cotone nel Sud degli USA, lungo il Mississipi. Vicenda situata negli anni immediatamente precedenti alla guerra di secessione. Il film è tremendo ma la schiavitù della popolazione nera da parte dei proprietari bianchi delle piantagioni di cotone non lo era di meno. La lotta contro la schiavitù è durata a lungo, come lo dimostra per esempio la serie televisiva USA "Boardwalk Empire" sul trattamento degli afroamericani ad Atlantic City, la spiaggia chic di NY, agli albori del proibizionismo, agli inizi degli anni 20 del XX secolo.
Due decenni fa sono stato ad Atlanta per partecipare all'incontro annuale della Società USA di Ricerche sull'istruzione (AERA). Mi ricordo che un pomeriggio mi ero appartato in un parco del centro città, nei pressi della fabbrica della Coca Cola e ad un certo punto, mentre ero seduto su una panchina del parco, si è avvicinata la polizia che mi ha invitato ad alzarmi e ad andarmene perché era pericoloso stare lì da solo in quel quartiere. Atlanta, la città di Martin Luther King, dominata dai bianchi e dal Ku Klux Klan ( il KKK che impiccava i neri ai piloni della luce).
La storia USA di cui non sono uno specialista è una storia di violenza, di drammi, di massacri, di vendette ed assassini, di ipocrisia e cinismo forgiata dalla forza disinibita. Penso per associazione agli inizi dell'Unità d'Italia. Non siamo molto distanti come clima. Di umanesimo non c'è traccia. Coloro che ostacolano gli affari sono fatti fuori, la vita umana non conta nulla, si uccide e si tortura a freddo, in maniera spietata. Il gangsterismo non è che una manifestazione estrema di questo clima. Molti figli del popolo si sono fatti strada con le armi, sono diventati diventano molto ricchi con la furbizia e la violenza ed è finita anche che si sono ammazzati tra loro. Questa non è una storia edificante. Quando vedo ricostruzioni romanzate come quella del film di Tarantino oppure quella delle serie televisive sulle lotte di potere non posso non pensare alla mitologia scolastica, all'angelismo pedagogico, alle illusioni di molti insegnanti, alle modalità di redenzione dei ceti poveri. Inutile raccontarsi storie edificanti. Le nostre società sono state costruite sulla prevaricazione, sull'egoismo, sul gioco spietato, sui divertimenti mortali. Come spiegare nella scuola questa squallida e triste situazione? Forse non c'è nulla da spiegare. Molto alunni, anche piccoli, quando vanno a scuola già sanno che la vita è questa. L'altra, inneggiata dall'ordine pedagogico e dagli illuministi, è poesia. La società non è per nulla arcadica. Eppure qualcosa si può e si deve fare perché ci sono troppe vittime.
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