Sono sempre stupito nel leggere i numerosi interventi sulla valutazione che appaiono in diversi forum sulla scuola italiana esistenti in rete e su vari giornali italiani, cartacei o meno. Si parla per partito preso e non si precisa che in Italia manca pressoché totalmente una scuola della valutazione, che formi valutatori scolastici competenti. Il numero di studenti italiani che intraprendono una laurea di ricerca sulla valutazione scolastica è esiguo. Pochissimi studenti si specializzano in questo campo. E' del tutto assente una comunità scientifica italiana della valutazione scolastica.
Nelle pubblicazioni spesso si mescola la rava e la fava: la valutazione degli insegnanti, la valutazione dei dirigenti scolastici, la valutazione delle scuole, la valutazione degli studenti, la valutazione del sistema scolastico, quello paritario incluso. Orbene, queste valutazioni sono diverse l'una dall'altra. Si afferma talora in modo perentorio che l'istruzione scolastica, l'insegnamento, sono di per sé non valutabili e quindi si chiude la porta a qualsiasi progresso scientifico, come se si potesse fare a meno oggigiorno degli antibiotici. Quando ero bambino la penicillina era una rarità e i bambini morivano come mosche. adesso ci sono antibiotici di ogni tipo che guariscono da gravi infezioni e salvano moltissime vite.
Qui mi limito a parlare della valutazione del servizio scolastico statale il quale non si ferma alla valutazione dell'istruzione formale alla fine dell'insegnamento secondario di secondo grado. Ci sono inoltre vari modi di valutare ma mi sembra che in molti interlocutori italiani la valutazione non sia che quella empirica basata su prove strutturate , che taluni ancora chiamano quiz, in talune discipline i cui risultati sono analizzati in maniera matematica.
Vorrei solo ricordare che la valutazione è una scienza, che questa scienza non è perfetta ma che è perfettibile secondo modalità tipiche del lavoro scientifico, che questa scienza ha una storia alle spalle, che se da un lato si compiono errori dall'altro si registrano anche progressi. Sulla valutazione del servizio scolastico statale esiste un dibattito teorico ed uno metodologico. In mancanza di una scuola di formazione sulla valutazione, in Italia si dibatte alla grande con voli pindarici strabilianti. Occorrerebbe invece mettersi al lavoro, rimboccare le mani, comparare i risultati, rifare le valutazioni, incitare il MIUR a calmarsi con le sue richieste, a ponderarle prima di imporre per decreto valutazioni di ogni genere e formare i valutatori. Ci vorranno almeno una decina di anni per giungere ad ottenere la presenza di un nucleo critico di valutatori del servizio scolastico statale. Anche la valutazione del servizio scolastico statale è una scienza democratica, una scienza dei cittadini che si interessano di istruzione e formazione, una scienza che non esclude gli insegnanti, ma non è compito degli insegnanti pilotare le valutazioni del servizio scolastico nel quale operano e dal quale sono retribuiti.
Aucun commentaire:
Enregistrer un commentaire