Leggo questa mattina nel sito L'Expresso http://www.cafepedagogique.net/lexpresso/Pages/2013/10/28102013Article635185407102561358.aspx la presentazione di un libro coordinato da Christian Maroy che ha insegnanto a Lovanio , poi a Montréal ed ora sembra sia ritornato a Lovanio. Maroy è un economista e come molti altri economisti si occupa del servizio scolastico perché i pedagogisti si interessano di altre faccende. Titolo del libro: "L'école à la preuve de la performance". Il sito non indica l'editore che si ritroverà presto o tardi su http://www.amazon.fr.
Il volume mi sorprende subito per varie ragioni. Ne espongo alcune. In primo luogo confonde , come spesso capita nell'area francese, indicatori dell'istruzione e valutazione delle scuole. Orbene si tratta di due strumenti diversi.
In secondo luogo si limita ad alcuni casi di sistemi scolastici: Francia, Belgio, Ungheria, Svizzera. Cita gli Stati Uniti, forse anche l'Inghilterra, i Paesi scandinavi, la Nuova Zelanda. Non lo so perché non ho il volume tra le mani.
In terzo luogo è privo di visione storica: il Belgio, in particolare quello francofono, è presente e attivo nelle valutazioni internazionali da decenni; la Svizzera invece è del tutto una neofita. L'Ungheria ha, come il Belgio, una lunga tradizione in materia di valutazione.
Come detto poco fa, non ho il libro sottomano ma espongo queste considerazioni basandomi sull'intervista che L'Expresso ha fatto al compilatore del volume e da quanto da lui detto. Il panorama internazionale è stato delineato, se ho ben capito , da Nathalie Mons , ora a Grenoble, che un decennio fa aveva prodotto una tesi eccellente a Digione sulla valutazione. Talune affermazioni ripetute da Maroy sono corrette ma l'impianto del volume mi sembra davvero traballante. Se penso alla Svizzera, dove ho lavorato diversi anni sia prima di andare all'OCSE sia dopo, come direttore dello SRED di Ginevra, resto di stucco nel vedere coinvolta Monica Gather Thurler dell'Università di Ginevra. Negli ultimi otto anni passati a Ginevra (dal 1997 al 2005) non ho mai visto questa collega occuparsi di valutazioni internazionali, di valutazioni comparate, di insieme di indicatori comparati, di valutazione dello spazio scolastico elvetico proprio mentre negli stessi anni in Svizzera si tentava di mettere in piedi un apparato nazionale di valutazione detto Harmos e si facevano sforzi per trovare risorse che permettessero di partecipare alle indagini internazionali come PISA, IALS, ALL, oppure quelle dell'IEA. Confesso che faccio fatica a capire come si possa discettare di una questione senza essersene occupati. In ogni modo, per quel che riguarda la Svizzera, prima del secondo conflitto mondiale, Piaget e Bovet ,come rappresentanti della Svizzera, probabilmente invitati dalla Carnegie Foundation ( non ho le prove) avevano partecipato a incontri preliminari transatlantici per impostare la valutazione comparata. Si erano ritirati dal progetto dopo cinque anni se non erro perché non ne condividevano le finalità.
Forse sarebbe bene aprire gli orizzonti, quelli geografici e quelli teorici, quando si affrontano questi temi.
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