Il concordato intercantonale Harmos
Questo è l'effetto del concordato nazionale Harmos che mira , come lo annuncia il nome, a armonizzare gradualmente i sistemi scolastici cantonali ( i Cantoni, ossia l'equivalente delle Regioni in Italia anche se sono molto più piccoli delle Regioni italiane, hanno la competenza totale per la scuola dell'infanzia, per la scuola primaria e la scuola media). Il concordato Harmos fu lanciato subito dopo la pubblicazione dei risultati della prima indagine PISA alla quale non avevano partecipato tutti i Cantoni Svizzeri. Molti Cantoni della Svizzera tedesca avevano rifiutato di autorizzare la campionatura cantonale, mentre invece tutti i cantoni francofoni e il Ticino , solo Cantone italofono, avevano invece partecipato con un loro campione rappresentativo alla prima indagine PISA del 2000. La Confederazione elvetica era pero' riuscita a comporre una campione nazionale rappresentativo con l'inclusione di quindicenni della macro-area tedesca, dell'area romanda ( questa è la terminologia utilizzata per indicare l'insieme dei cantoni occidentali nei quali si parla il francese) e della macro-area italiana che comprende non solo la popolazione del Cantone Ticino ma anche la popolazione italofona del Cantone Grigioni, il cantone alpino orientale. La logica elvetica era prettamente territoriale. Nel campione italofono non erano inclusi gli italofoni dispersi negli altri cantoni elvetici che costituiscono la maggioranza della popolazione italofona elvetica. Insomma il campione elvetico era un campione bizzarro, ma spetta agli specialisti delle campionature esprimere un parere sull'attendibilità di un tale campione. Fatto sta che anche in Svizzera i risultati dell'indagine PISA provocarono uno scossone quando si capi' che non erano davvero spettacolari nonostante gli investimenti elevati per l'istruzione di base e soprattutto nonostante gli altissimi stipendi versati agli insegnanti. Gli Elvetici vissero allora le ripercussioni di quanto avveniva in Germania: pensavano di avere una delle migliori scuole al mondo e scoprivano che non era affatto il caso. Si doveva fare qualcosa.
Opporsi alla centralizzazione
Siccome uno dei ritornelli ricorrenti della politica elvetica consiste nella lotta tra cantonalismo e federalismo o per essere più chiari tra centralismo federale e decentralizzazione cantonale si temette un ennesimo colpo di mano del potere centrale che non ha scarse competenze in materia scolastica per imporre ai sistemi cantonali un modello di istruzione unico tanto più che la Confederazione aveva accettato di pagare le spese per la campionatura delle macro-aree.
Si tenga presente che nella Costituzione elvetica non esiste un articolo sull'istruzione e che l'ultimo tentativo per inserirne uno nel 1973 falli'. L'incubo di un intervento della Confederazione -- questa e' l'espressione usata per designare l'amministrazione centrale -- al fine di migliorare il livello di istruzione dopo l'allarme suonato con la pubblicazione nel dicembre 2001 dei risultati dell'indagine PISA e quindi per imporre regole costringenti a tutti i Cantoni fu reale. A questo punto i Cantoni decisero di prendere la palla al balzo e di prevenire un simile rischio, con un programma, il progetto Harmos per l'appunto, nel quale le autorità cantonali rinunciavano ad una parte di sovranità in materia scolastica e si impegnavano ad adottare soluzioni elaborate di comune accordo per migliorare l'istruzione.
Nei vari cantoni esiste un assessore all'istruzione e tutti gli assessori si ritrovano almeno una volta all'anno per concordare una politica comune. Questa volta si doveva innescare una marcia in più per dimostrare al Parlamento federale e al Senato che i Cantoni erano in grado di auto-governarsi senza ricevere lezioni dal potere centrale. Il gioco sembro' facile perché un'operazione analoga veniva realizzata negli stessi anni in Germania dove i Länder si erano accordati tra loro per restaurare la grandezza della scuola tedesca. Bastava quindi prendere lo spunto da quanto succedeva in Germania e ricalcare la strategia tedesca che era alquanto convincente per una parte della Svizzera tedesca che è anche la parte più rilevante della Confederazione. Si invitarono esperti tedeschi a pilotare come consulenti Harmos. Il che successe puntualmente nel 2004 .
Il concordato intercantonale fu approvato nel 2007 e divenne effettivo con l'adesione di 10 cantoni ( l'adesione era sancita da un voto popolare) il che avvenne nel 2009. I Cantoni firmatari avevano al massimo 6 anni, ossia fino all'inizio dell'anno scolastico 2015-2016 per attuare il concordato. Uno dei provvedimenti consisteva appunto nell'anticipo dell'obbligo scolastico a 4 anni. La scuola per l'infanzia diventava obbligatoria per i bambini che compivano 4 anni entro il 31 luglio.
Le resistenze
Sette cantoni hanno rifiutato il progetto Harmos e quattro devono ancora pronunciarsi. Non tutto fila liscio dunque anche a livello della Conferenza dei capi di dipartimento della pubblica istruzione ( questa è la denominazione della riunione degli assessori cantonali dell'istruzione che hanno un segretariato permanente. Questa conferenza è nota con l'acronimo CDPE in italiano).
I fautori: personalità in ballo
Tra i promotori di Harmos occorre segnalare Olivier Maradan, romando, che nel 2004 era il vice-direttore del segretariato permanente degli assessori cantonali all'istruzione e che ora è il segretario generale della Conferenza degli assessori all'istruzione della parte francofona della Svizzera e del Ticino. Maradan occupa ed ha occupato una posizione determinante nell'organigramma della politica scolastica elvetica. Fu infatti lui a convocare un primo seminario di lavoro a Morat sul concordato intercantonale Harmos e a invitare i consulenti tedeschi tra i quali il prof. Eckard Klieme che aveva redatto una perizia per la Conferenza tedesca degli assessori regionali all'istruzione sugli standard scolastici divenuta poi il catechismo delle riforme scolastiche in Germania. Gliene che è il direttore del centro internazionale sull'istruzione di Francoforte ( Deutsche Institut für Pædagogische Forschung) fu l'ispiratore di Harmos. Klieme è sempre il direttore del Centro di ricerca di Francoforte e continua a essere uno dei consulenti dell'indagine PISA.
In questa operazione sono coinvolti molti funzionari dell'istruzione pubblica e nessun universitario o ricercatore accademico. Quando nel 2004 Maradan ha lanciato il progetto Harmos, la prof.ssa Linda Allal, Americana di origine che insegnava all'università di Ginevra nel Dipartimento di scienze dell'educazione come esperta della valutazione, ha rifiutato di partecipare al progetto nonostante la sua perizia in materia di valutazione.
L'obbligo scolastico a 4 anni
Questa è una delle novità del progetto Harmos. Si propone di anticipare l'inizio della scolarizzazione in Svizzera dove nella maggioranza dei casi essa comincia a 6 anni e in alcuni casi a 7. Per altro in molti cantoni la scuola per l'infanzia è poco estesa e esiste solo per i bambini dell'anno precedente l'inizio della scolarizzazione. La situazione della scuola per l'infanzia in Svizzera è ben diversa da quella esistente in Italia o in Francia. I promotori di Harmos e la classe politica dirigente elvetica hanno sbandierato questa estensione della scolarizzazione con l'argomento della qualità degli apprendimenti e quello della riduzione delle disuguaglianze. In altri termini si è detto che il modo migliore per elevare il livello di istruzione a quindici anni dopo nove anni di scuola fosse quello di anticipare di uno o due anni l'inizio della scolarità. Orbene, le indagini scientifiche su questo punto (ce ne sono molte) non concordano affatto. Anzi in generale si ritiene che i vantaggi conseguiti con una scolarità precoce si perdano rapidamente. In realtà i benefici maggiori sono di ordine sociale. Anche in Svizzera la popolazione femminile è meno propensa a interrompere o la formazione o le attività professionali quando è coniugata. Le donne credono sempre meno nel modello dell'angelo del focolare, a quello della buona madre di pestalozziana memoria che si occupa del focolare e dell'educazione dei figli. I risultati dell'indagine PISA sono stati come il cacio sui maccheroni per i responsabili politici dell'istruzione che hanno ritenuto di offrire un servizio accogliente e utile per i pargoli e nel contempo di avocare al servizio scolastico le prestazioni sociali per le famiglie. Un bel colpo. L'operazione ha funzionato e nei cantoni nei quali si è aderito a Harmos a decorrere dall'anno scolastico 2014-2015 l'obbligo scolastico inizierà a quattro anni. Questa decisione è stata presa senza nessuna indagine seria sugli effetti dell'operazione. Ciecamente si è creduto che bastasse rendere obbligatoria la scuola per l'infanzia per ottenere migliori punteggi nei test di comprensione della lettura o di cultura matematica e scientifica a quindici anni. Siccome in molti angoli della Svizzera tedesca come lo comprovano i Cantoni che finora hanno rifiutato di aderire al concordato Harmos circola tuttora il mito della donna angelo del focolare, il vantaggio procurato dalla scolarità precoce era una carta non indifferente da giocare. L'operazione realizza un sogno di molti pedagogisti , ossia quello della metamorfosi dei bambini in scolari : più presto questa trasformazione avviene migliore sarebbe la scolarizzazione. Mancano le prove di un simile atto di fede. I vantaggi saranno forse evidenti per gli insegnanti dei primi anni di scuola ma finora è nota una sola indagine svolta negli USA su una decina di bambini al massimo provenienti dalle classi sociali povere di benefici a lunga scadenza. Troppo poco.
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