Quando sono stato nel Ticino a fine maggio, inizio giugno di quest'anno (2015) ho incontrato Emanuele Berger che mi ha regalato una copia del volume "Per tutti e per ciascuno. La scuola pubblica nel Cantone Ticino dall'Ottocento ai nostri giorni" curato da Nelly Valsangiacomo e da Marco Marcacci, pubblicato dall'editore Armando Dado' a Locarno.
Il volume è una specie di storia del servizio scolastico statale nella Repubblica e Cantone del Ticino. Non è né una storia della scuola pubblica nel Cantone Ticino, né una storia dell'istruzione nel Ticino. Quando l'ho avuto tra le mani ho subito pensato alla Storia della scuola ticinese di Felice Rossi, se non erro un ispettore scolastico. Il lavoro allora fu realizzato su mandato delle autorità scolastiche ticinesi e fu pubblicato nel 1959. Mi sono venute subito in mente le polemiche che aveva suscitato quella storia, le critiche di allora. Il volume di Rossi, credo, sia stato l'ultimo tentativo di narrazione delle vicende dell'istruzione scolastica statale nel Ticino.
Ho riguardato più volte questo volume che è molto diverso, per fortuna, da quello del 59. Mi piace il taglio adottato, la distanza dai pettegolezzi e dall'aneddotica, la serie di saggi tematici. Non mi aggradano le semplificazioni, le riduzioni e le imprecisioni. Non ho letto il volume ma credo di avere capito le intenzioni dei compilatori. Siccome provengo da una famiglia che per un secolo ha vissuto nella scuola ticinese e che ha fornito tre generazioni di insegnanti al servizio scolastico ticinese mi sento coinvolto. Ho insegnato anch'io per sei anni a vari livelli in questo sistema scolastico. Poi sono partito.
Nel saggio di Marco Marcacci si accenna rapidamente agli episodi nei quali sono stato coinvolto quando ho insegnato all'Istituto Magistrale di Locarno che si chiamava allora Scuola Normale. Marcati dice soltanto in mezza riga che due professori troppo innovatici sono stati allontanati dalla scuola a seguito delle turbolenze successe allora. Ero uno dei due professori. L'altro era Bruno Segre. Marcacci ha ragione nel dire che eravamo troppo innovativi. Le iniziative prese allora dopo essere riusciti a far partire il direttore della scuola Carlo Speziali che era anche sindaco della città di Locarno erano davvero molto innovative. Forse non sarebbero accettate nemmeno ora. In ogni modo con il collega Segre abbiamo sfruttato le circostanze e impostato un insegnamento delle storia della filosofia e della pedagogia come ci sarebbe piaciuto, come ci sembrava corretto fare, senza preoccuparci del contesto locale, degli altri insegnanti, della formazione dei futuri docenti e di molte altre variabili. Non è in quel modo che si innova, che si imposta un'esperienza scolastica. Ma c'è sempre un ma. A quei tempi eravamo in guerra con le autorità scolastiche, l'organizzazione scolastica era squallida, e soprattutto dopo una lunga battaglia siamo riusciti a ottenere il sostegno di una commissione di esperti nazionali e internazionali. A questo punto capii , si era nel 1969, che la mia parabola nel servizio scolastico ticinese era conclusa e ho inoltrato le dimissioni. Me ne sono andato e non sono stato licenziato. Lo storico Marcacci pudicamente afferma che due docenti sono stati allontanati. Cio' non è vero. Le autorità non hanno avuto il coraggio di licenziarci.
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