Leggo un articolo che mi piace sul "Sussidiario" di oggi : http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2013/11/18/SCUOLA-La-spending-review-tocca-l-istruzione-tecnica-cosa-cambia-davvero-/3/444510/
Vi si tratta della riorganizzazione del MIUR in Italia (MIUR, acronimo per Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica). La riforma del sistema scolastico italiano deve iniziare da qui. Da anni ripeto che occorre pressoché chiudere il MIUR che ha sede in un imponente edificio in via Trastevere a Roma. Ogni volta che ci sono stato mi è venuto il mal di stomaco: non descrivo l'ambiente molto strano. I ministri passano, le maggioranze cambiano, ma l'atmosfera e la frenesia oppure la noia che regna nei corridoi, nella sala mensa che si trova nel sottosuolo, nei bagni, nei corridoi, negli ascensori non muta.
Per ragioni professionali ho visitato nel mondo diversi ministeri della pubblica istruzione ma nessuno mi ha impressionato come il monumento romano, un vero e proprio pachiderma che dirige il servizio scolastico italiano. Davanti al monumento sferragliano i tram e spesso ci sono manifestazioni rumorose che lasciano il tempo che trovano. Tutto continua come sempre da decenni. In una grande sala , mi pare al primo o al secondo piano, ci sono i quadri dei ritratti dei vari ministri . Tra questi Gentile, Croce. Chissà se erano migliori dei più recenti?
Nell'articolo del "Sussidiario" a cura di Max Ferrario, che non conosco, si parla di un probabile smantellamento della Direzione dell'Istruzione tecnica e professionale nonché della Direzione delle relazioni internazionali. Se ci sono due direzioni da tenere in piedi nel ministero che pilota il servizio nazionale dell'istruzione scolastica sono proprio queste due. Ne aggiungerei una terza e una quarta: la Direzione della statistica scolastica e quella della Ricerca scientifica sull'istruzione scolastica. Distaccherei invece integralmente dal Ministero futuro l'INVALSI, ossia l'Istituto Nazionale di valutazione del sistema d'istruzione.
In taluni paesi il Ministero dell'Istruzione statale è stato del tutto smantellato ed i funzionari che non erano volontari per andare in pensione o per essere trasferiti in altri settori sono stati rispediti nelle regioni d'origine. Capisco che in un colosso come il MIUR e nell'amministrazione statale italiana con le sue abitudini ciò sia pressoché impossibile. Occorrerà invece discutere le sistemazioni dei singoli, caso per caso. Ci sarà un'agitazione grandiosa nel Palazzo e fuori. Ma per prima cosa è indispensabile elaborare un progetto globale di scuola, uno scenario di sviluppo dell'istruzione statale in Italia e una strategia a lunga o media scadenza ( direi almeno cinque anni) per realizzarlo. Questo scenario non c'è anche se nella costituzione italiana, nel celebre capitolo V, si parla di decentralizzazione del servizio scolastico statale. L'articolo è stato votato nel 2001 e sono passati da allora diversi anni ma non è successo nulla. Molte riunioni, litigi furibondi ma nessuna modifica strategica.
La decentralizzazione del servizio scolastico implica la riorganizzazione completa del MIUR. Il ministro deve avere tra le mani alcuni strumenti essenziali: le statistiche scolastiche, le relazioni internazionali, la ricerca scientifica. In Inghilterra , se ben ricordo, alcuni anni fa, invece, il nome del Ministero è cambiato e si è adottato come titolo del Ministero la formazione professionale o qualcosa di simile, una decisione eloquente per segnalare la priorità principale del Ministero: non la scuola primaria né quella secondaria, ma la formazione formazione ( "Vocational Education" in inglese). In Italia si fa il contrario secondo Ferrario, l'autore dell'articolo pubblicato dal "Sussidiario". In Svizzera c'è il caso opposto: non esiste un ministero centrale dell'istruzione ma un Ufficio federale per la formazione professionale, inserito nel Ministero dell'economia.
Alla lista delle direzioni indicata poco fa forse ne aggiungerei un'altra, ma con seri dubbi: una direzione sull'istruzione e la formazione professionale degli adulti, ma questa potrebbe essere incorporata nella direzione della formazione professionale. Non cito né l'università né la ricerca scientifica che potrebbero essere disgiunti da un ministero di nuovo tipo che opera in un apparato fortemente decentralizzato.
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