vendredi 8 novembre 2013

Pasolini

La mostra su Pier Paolo Pasolini alla Cineteca di Parigi che sarà aperta fino al 26 gennaio 2013 quando si sposterà in Spagna (se non erro a Barcellona)  e in Italia è deludente da molti punti di vista. Per esempio , i documenti originali in italiano sono quasi illeggibili perché male illuminati oppure perché collocati in posti strampalati, mentre le traduzioni di alcuni passaggi in francese e inglese sono stampati con caratteri di stampa molto più grandi e sono bene illuminati. Ma ciò è una bazzecola rispetto a tutto il resto.

Sono stato molto deluso dall'esposizione che non mi ha dato assolutamente nulla tranne alcune informazioni su Pasolini giovane quando risiedeva nel Friuli prima di trasferirsi a Roma. Non ho capito a che pubblico l'esposizione  era destinata, né quali fossero i temi salienti che si volevano mettere in evidenza anche se di questioni scottanti in ballo ce ne sono molte. Pasolini è stato il testimone di un'epoca scomparsa, un provocatore, un grande intellettuale che ha fatto quasi di tutto: scrittore, poeta, romanziere, pittore, regista cinematografico. Attivo tra il 1950 e il 1975 ha denunciato e combattuto il potere in Italia, la corruzione della classe politica di allora. Una delle poche sorprese per me fu  la sua espulsione nel 1950 per indegnità dal PC italiano dopo la denuncia di relazioni omosessuali a Caserta nel Friuli durante una festa di paese.

Ho visto quasi tutti i suoi film tranne Salò, ossia l'ultimo. Non tutti mi sono piaciuti o non tutti sono riusciti ma mi è rimasta  in mente la denuncia della povertà e dello squallore delle borgate romane. Non cito nessun titolo deliberatamente, ma l'esposizione non ha nemmeno valorizzato Pasolini cineasta.

Quest'uomo fu una figura principale della vita culturale italiana dominata durante il quarto di secolo in cui lui fu attivo dalla Chiesa cattolica, dalla Democrazia Cristiana, dal Partito comunista, e infine dalle Brigate Rosse . L'esposizione si perde in dettagli. Non ha nemmeno messo in prospettiva Pasolini con la sua epoca. Ci sono alcuni personaggi di spicco della storia italiana di quegli anni come Guttuso, Moravia, Olivetti che sfilano velocemente ma non si produce nessuna informazione su di loro. Si citano come se fossero noti. Invece non lo sono, forse nemmeno in Italia. Di sicuro non lo sono in Francia.

Mi chiedo il perché di questa esposizione in questo momento. Una ragione ci deve pur essere, ma nell'esposizione non esiste nessun riferimento con la situazione politica-culturale del mondo italiano contemporaneo. Quale relazione si può stabilire tra l'opera multipla di Pasolini con tutte le sue sfaccettature e il periodo contemporaneo? Ho vissuto intensamente quegli anni. L'opera di Pasolini fa parte della mia formazione, della mia concezione della società. Nessuna allusione nell'esposizione agli aspetti critici, scottanti, ribelli presenti nell'opera di un personaggio difficile, complesso.

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