samedi 9 février 2013
La DEPP: la direzione della valutazione, della prospettiva e delle prestazioni del sistema scolastico francese
In aettimana sono andato alla DEPP a trovare Paul Esquieu, il redattore di "L'Etat de l'école", l'insieme d'indicatori del sistema scolastico francese. Non ci andava da più di cinque anni. La DEPP è la Direzione della valutazione, della prospettiva e delle prestazioni(intese come risultati, in francese "performance") del Ministero Nazionale francese dell'educazione nazionale. E' una Direzione prestigiosa, enorme (circa 1000 persone) perché combina la statistica scolastica per tutto il sistema scolastico francese, inteso in senso lato (sorrido perché ogniqualvolta devo scrivere in italiano di queste cose mi tocca specificare, poiché in Italia il sistema scolastico si ferma alla fine dell'insegnamento secondario superiore o , come si dice oggigiorno, dell'insegnamento secondario di secondo grado, mentre invece altrove, per l'appunto anche in Francia, il sistema scolastico "tracima", coinvolge le università, l'educazione per gli adulti, ecc. ecc.) e la valutazione del sistema scolastico e dell'istruzione (come fa l'INVALSI in Italia). Non condivido questa organizzazione, in particolare l'inclusione del servizio di valutazione all'interno dell'amministrazione statale. Propendo per una forte indipendenza e autonomia scientifica, politica, amministrativa, politica, dell'apparato che effettua le valutazioni.
La sede attuale della DEPP è alla Rue Dutot nel quindicesimo quartiere della città. Una strada celebre, preceduta dalla rue Dr. Roux, uno dei compagni d'avventura di Pasteur, via che passa del resto proprio in mezzo all'Istituto Pasteur, un insieme imponente di edifici alcuni dei quali sono ancora quelli originali di fine Ottocento.
Poco dopo l'istituto Pasteur c'è la DEPP.
Vorrei parlare di questa Direzione perché ho avuto molto a che fare con i primi direttori e con alcuni collaboratori, ho collaborato alla realizzazione delle prime edizioni dell'insieme francese di indicatori della scuola -- il celebre opuscolo "L'Etat de l'école"-- ma soprattutto perché alla DEPP ho incontrato ricercatori di qualità, specialisti di statistica scolastica che dietro le quinte svolgevano e svolgono tuttora un grande lavoro. Le chiamerei le formiche dei laboratori. Ho inoltre un debito con la DEPP perché questa direzione mi ha fornito un grande aiuto quando si è trattato di avviare la costruzione del primo insieme di indicatori internazionali dell'istruzione noto con l'acronimo INES. Con gli Stati Uniti, dove furono due le persone per me determinanti, Emerson Elliott che era Commissioner del National Center for Education Statistics (NCES) e Jeanne Griffith,prematuramente scomparsa, che credo fosse la direttrice del settore relazione internazionali al NCES, la Francia fu il secondo paese dell'OCSE che nel 1988 ha sostenuto senza tentennamenti la necessità di produrre un sistema internazionale d'indicatori dell'istruzione. In quegli anni, nel mondo della scuola non si era affatto convinti che la produzione di un insieme d'indicatori dell'istruzione fosse opportuna ed anzi si riteneva che fosse perniciosa. L'idea di produrre dati sulle prestazioni del sistema scolastico, di raccogliere dati sul funzionamento dei sistemi scolastici era percepita come un'eresia, una violazione del sacrosanto dovere di educare e istruire il popolo, una missione questa che non ha prezzo, di per sé incommensurabile. Dunque l'avvio della storia dell'insieme d'indicatori internazionali comparati non fu affatto roseo, non fu una passeggiata. Senza il sostegno degli Stati Uniti e della Francia non si sarebbe fatto nulla. Ne sono convinto. Per la Francia le persone chiave almeno per me in questa storia furono tre: il ministro dell'Educazione René Monory, il direttore e fondatore della DEP (allora l'acronimo aveva una sola "P") Jean-Pierre Boisivon e Claude Seibel alto funzionario dell'INSEE, l'Istituto Nazionale Francese della Statistica e degli Studi Economici, vivaio, in un certo senso, degli specialisti di statistica francese. Beninteso, all'interno della DEP c'era un gruppo di collaboratori che fu dirottato a lavorare sugli indicatori comparati come ce n'era uno a Washington D.C. La comparazione dei dati sulla scuola non era affatto una faccenda anodina. I criteri di comparazione dovevano essere specificati in maniera minuziosa e per farlo occorrevano specialisti dediti a questo compito.
Il connubio tra Francia e Stati Uniti è pressoché incomprensibile. Gli Americani cercavano due cose: dati comparabili sull'istruzione che convalidassero gli allarmismi federali sullo stato mediocre dell'istruzione di base USA e poi una leva per ampliare e migliorare le loro statistiche scolastiche. A Washington i responsabili dello NCES dovevano negoziare con 50 stati ogni raccolta di dati e se dietro le quinte si poteva segnalare la presenza di un cane da guardia ringhioso come l'OCSE anche i responsabili delle statistiche degli Stati più restii potevano essere intimoriti e indotti a collaborare. A Parigi invece era un altro paio di maniche. I Francesi ritenevano di avere le migliori statistiche scolastiche del mondo (il che non era e non è vero) di essere alla punta della raccolta dei dati statistici sulla scuola, di disporre di un apparato statistico eccellente e di potere calare la lezione a tutti vendendo come modello il loro sistema scolastico. Si sbagliavano di grosso. Ma la loro macchina di produzione delle statistiche scolastiche era davvero impressionante. Non mi era allora ben chiara e non mi è ancora ora la ragione del coinvolgimento alla punta del combattimento della Francia. Le autorità scolastiche francesi ritenevano che il loro sistema scolastico fosse eccellente e partivano quindi da una posizione ben diversa di quella degli Americani. I Francesi non erano particolarmente attratti dalla comparabilità. Questa era per gli specialisti della DEP una questione puramente intellettuale, un esercizio mentale di rigore e di disciplina, forse una procedura di conoscenza ma non un atto politico. Lo era invece per gli Americani e per me: per noi la comparazione era uno strumento politico, una strategia e un metodo di conoscenza. Ho quindi sfruttato le competenze dei Francesi, il loro gusto per gli algoritmi, le classificazioni, i formalismi statistici. Molti Specialisti francesi che lavoravano alla DEP ritenevano che il loro apparato burocratico scolastico possedesse già tutto quanto fosse necessario per pilotare e gestire il sistema scolastico. Il malinteso era considerevole e quando si accorsero che l'organizzazione internazionale influenzata dagli USA andava in una direzione poco convenevole per la politica scolastica francese, anzi in una direzione pericolosa per la scuola francese perché suscettibile di mettere in evidenza le pecche del sistema scolastico francese e della cultura scolastica che lo forgiava, fecero marcia indietro. La Francia tirò i remi in barca. Ho potuto però beneficiare dello stato di grazia iniziale e organizzare con le autorità francesi l'incontro internazionale che ha permesso di lanciare il progetto internazionale sugli indicatori dell'istruzione. L'organizzazione a Poitiers nella primavera del 1988, nella sede ancora in cantiere del Futuroscope, della Conferenza internazionale sugli indicatori dell'istruzione fu il primo passo che ha permesso d'impostare tutto il lavoro. Quello fu forse l'evento che ha dato la stura a tutta l'avventura degli indicatori internazionali dell'istruzione.
L'incontro avvenne pochi mesi dopo un'altra conferenza internazionale sulla qualità dell'istruzione organizzata a Washington nell'autunno del 1987.La questione era all'ordine del giorno: le autorità politiche volevano informazioni fresche sul rendimento delle scuole e queste informazioni non c'erano. Poco per volta tutti i paesi si adeguarono, riconobbero che si doveva fare qualcosa, che assieme si poteva progredire, scegliere le informazioni utili e apprendere a raccoglierle e a produrle. Tutto ciò sembra facile ma non lo è affatto.
Non parteciai alla riunione di Washington perché a quel momento non era ancora stato deciso chi all'interno dello staff dell'OCSE avrebbe dovuto occuparsi del progetto degli indicatori dell'istruzione. Ero il solo tra i miei colleghi ad avere sostenuto all'interno dell'OCSE la tesi della crisi della qualità dei sistemi scolastici e ad invocare la necessità di statistiche scolastiche più complete, più pertinenti. Avevo appena finito di curare un volume sui figli di immigrati nelle scuole dei sistemi scolastici dell'OCSE ed avevo messo in evidenza la mancanza di dati statistici su quella categoria di studenti. L'incontro di Washington avrebbe dovuto essere annacquato dai colleghi dell'OCSE della direzione dell'educazione ma è andata loro buca. I partecipanti alla riunione di Washington hanno infatti finito per elencare una lista di dati mancanti nelle statistiche scolastiche tradizionali senza le quali le politiche scolastiche non potevano pilotare l'evoluzione dei sistemi scolastici. Rientrati a Parigi, il direttore dell'educazione Ron Gass mi affidò contro tutti la responsabilità di prendere in mano il progetto sugli indicatori dell'istruzione. Non avevo una formazione in campo statistico, non l'ho tuttora, ma capivo quel che non andava e cosa si doveva fare. Per prima cosa cercai una dozzina di esperti internazionali specialisti nel campo della valutazione e della statistica scolastica i quali mi diedero un colpo di mano fondamentale e mi protessero ben bene contro gli attacchi sferrati dai colleghi inferociti dalla decisione di Gass. Fu proprio in questo momento critico che la DEP diretta da Jean-Pierre Boisivon, lui pure come il sottoscrito privo di qualsiasi formazione specialistica nel campo della statistica scolastica, propose di organizzare immediatamente un incontro internazionale per concludere e capitalizzare i risultati delle discussioni di Washington. Ed è a questo momento che presi in mano il progetto INES e lo portai avanti fino al 1995.
Per un paio di anni la DEP è stata molto attiva nel progetto INES dell'OCSE. Tra l'altro fu la DEP e in questo caso Denis Meuret che allora lavorava alla DEP, a proporre di impostare un'indagine internazionale molto originale sui livelli di decisione, sui modi di decidere e sui tipi di decisione vigenti all'interno dei vari sistemi scolastici per compararli tra loro. Questa fu una novità assoluta e quest'indagine, perfezionata, è stata ripresa dall'OCSE per produrre indicatori comparabili sulle competenze decisionali nella scuola che sono stati inclusi nell'insieme d'indicatori internazionali dell'istruzione pubblicato nel 2012.
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