vendredi 3 janvier 2014

Xenofobia elvetica

Il 9 febbraio prossimo gli elettori elvetici potranno o dovranno votare sul numero degli immigranti che la Svizzera può tollerare. Questa è una delle specificità del sistema democratico elvetico: si raccolgono 10 000 firme per presentare una proposta di legge che può essere generica o dettagliata ed il corpo elettorale  va a votare, ossia è chiamato alle urne. L'iniziativa s'intitola " Contro l'immigrazione di massa".  Ci sono stati quindi 10 000 elettori in Svizzera che hanno firmato una proposta per limitare il numero degli immigrati .

Non è la prima volta che ciò succede. Ci- è successo per ben cinque volte dopo il 1970.

La prima volta è stata nel 1970, quando il capopopolo  James Schwarzenbach, una specie di Bossi, ha lanciato la sua iniziativa. In quegli anni, l'obiettivo erano gli immigrati italiani. L'obiettivo era di limitare al 10% la percentuale degli immgirati, il che avrebbe provocato l'espulsione dalla Svizzera di 300 000 persone. Questa celebre iniziativa nota come iniziativa Schwarzenbach fu rifiutata dal 54% dei votanti. Esito alquanto tirato dunque.

Nel 1974 si ritenta . Sono sempre gli stessi ambienti xenofobi e l'iniziativa è bocciata dal 66% degli elettori. In quegli anni abitavo a Berna, in un quartiere popolare, abitato da molti italiani. Ero stato designato come scrutatore e avevo partecipato allo scrutinio in un seggio che aveva dato una maggioranza di voti favorevoli all'iniziativa. Mi ricordo tuttora la gioia dei presenti , soddisfattissimi di questo risultato, ma la loro sconfitta sul piano nazionale fu sonora. In ogni modo tutti ebbimo una gran paura che l'iniziativa fosse accettata e fu allora che molti Italiani in Svizzera tornarono in Italia.

Nel 1977 si riprova e questa volta la percentuale dei voti contrari al controllo dell'immigrazione e favorevoli all'adozione di una soglia massima di immigrati fu superiore al 70%.

Quarto tentativo dieci anni dopo , nel 1978, sempre su iniziativa della parte xenofoba della popolazione  che vuole limitare l'immigrazione ma anche questa volta l'iniziativa è bocciata con il 67% dei voti.

Ultimo e quinto tentativo nel 2000 con una iniziativa che vorrebbe limitare la proporzione degli stranieri in Svizzera al 18% ma anche questo quinto tentavo va a male ed il 64% dei votanti rifiuta la proposta.

Oggigiorno in Svizzera, uno dei paesi più ricchi del mondo, che accoglie una delle percentuali più elevate di rifugiati politici, abitato da quasi nove milioni di persone, vivono grosso modo due milioni di stranieri ( per l'esattezza 1,86 milioni) pari al 23,2% della popolazione totale. Pressapoco il doppio degli stranieri che ci sono in Italia in un territorio grande come la Lombardia e il Piemonte messi assieme ma con una popolazione inferiore al totale di queste due regioni italiane. Due terzi degli stranieri che vivono in Svizzera provengono dai paesi dell'Unione Europea. Il bersaglio di questa nuova iniziativa xenofoba non è più l'immigrato italiano ma i cittadino dell'Unione Europea. Il profilo degli xenofobi è in parte cambiato e questa votazione, come si usa chiamarla in Svizzera, è pericolosa proprio per questa ragione. I sostenitori sono in parte gli stessi di quelli di quarant'anni fa ma in parte ce ne sono di nuovi, che provengono da altri ceti sociali soprattutto contrari agli accordi tra Svizzera e Unione Europea. Si tratta di antieuropeisti.

Se ne verranno delle belle nei prossimi anni:è già annunciata una nuova iniziativa contro la libera circolazione dei cittadini croati e quasi sicuramente ce ne sarà un'altra o ce ne saranno due altre contro la libera circolazione dei cittadini rumeni e bulgari. Nel piccolo mondo di Heidi, con il suo charme e la sua ricchezza , sulla quale si dovrebbe indagare, gli immigrati fanno paura, sono percepiti come una minaccia dell'ordine, del benessere, della pulizia, della disciplina. Infatti i promotori dell'iniziativa sulla quale si voterà in marzo propongono perfino di modificare l'aiuto pubblico allo sviluppo che in Svizzera è gestito dalla cooperazione tecnica, uno degli Uffici della Confederazione e di dedicare il 10% dell'aiuto allo sviluppo al controllo delle nascite nei paesi poveri in via di sviluppo perché questo sarebbe sì un modo efficace per ridurre l'immigrazione. C'è  da sperare che anche questo tentativo, il sesto, sia sbaragliato da un corpo elettorale che fin qui ha dimostrato di capire molto meglio degli xenofobi quali sono le fonti del benessere elvetico.

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