mardi 27 janvier 2015

I nemici dell'apprendistato in Italia

Leggo sul Sussidiario di oggi 27 gennaio un'intervista fatta ad Attilio Oliva sull'apprendistato in Italia. Oliva riferisce di uno studio recente della fondazione TreLLLe che presiede sull'apprendistato e la sua organizzazione in Germania. Il punto di confronto per Oliva è la Germania dove l'apprendistato funziona da secoli, dove molti studenti che finiscono il liceo e conseguono la maturità invece di andare all'università intraprendono un apprendistato, dove un apprendista può fare carriera sia nelle imprese sia nella vita politica e giungere , se ne è capace, se ha le qualità a posti di prestigio e perfino andare all'Università.
Sorrido quando leggo cose del genere che sono del resto tutte vere. Anni fa ho indotto Attilio Oliva a organizzare un'indagine sulle scuole tecniche superiori o "Fachhochschulen" come si chiamavano allora in Germania o "Universités technologiques "( Acronimo IUT, ossia "Instituts Universitaires technologiques"come si chiamano in Francia ( ce ne sono ben due a Grenoble in Savoia). Adesso in Germania si chiamano "Università di scienze applicate".
A quei tempi, una decina di anni fa, non c'era ancora Rocca con il quale Oliva oggi lavora. L'argomento dominante per opporsi allo sviluppo dell'apprendistato in Italia era allora la dimensione delle aziende: in Italia la produzione è asssicurata da piccole aziende, troppo piccole per formare apprendisti. In altri termini il santo non vale la candela.
Nel 2001, quando ero , in modo molto ingenuo,  membro del gruppo di consulenti diretto dal professor Bertagna, costituito dal neo-Ministro signora Moratti come gruppo di consulenti sulla riforma della scuola, ero riuscito ad organizzare una spedizione del gruppo a Lugano per informarsi sull'organizzazione dell'apprendistato. Fummo accolti a Lugano dall'allora direttore della formazione professionale del Canton Ticino signor Nembrini ed andammo anche a Gordola, un paesino alla periferia di Locarno, dove tra l'altro venne a riceverci l'assessore del Canton Ticino per l'istruzione che in effetti sarebbe una specie di Ministro dell'istruzione perché in Svizzera l'istruzione è decentralizzata ed ogni cantone ha il proprio sistema scolastico (Il Canton Ticino ha circa 350 000 abitanti, meno della città di Milano), a visitare il centro di formazione degli apprendisti di tutte le professioni della casa, costruito con la cooperazione, anche finanziaria, delle ditte di costruzione. Perché questa visita non ha prodotto nulla, fu del tutto sterile?
In Svizzera vige l'apprendistato, ossia la formazione duale o meglio detto la formazione in alternanza scuola-lavoro di cui parla proprio Oliva e questa formazione ha una legislazione unica, federale anche se tutti i Cantoni sono liberi di applicarla a loro gradimento. Infatti nel Sud della Svizzera non si lavora come al Nord delle Alpi, esattamente come è il caso in Italia. In Trentino non si lavora come in Sicilia, non ci sono le stesse materie, gli stessi ritmi di lavoro, lo stesso clima,  anche se in un certo senso un carpentiere in Sicilia o un odontotecnico fanno le stesse cose di un carpentiere nel Trentino o in Alto Adige, dove nevica assai per cui i tetti si fanno in un certo modo che non è quello che è in voga a Messina o a Palermo. Però un carpentiere siculo che si trasferisce in Alto Adige dovrebbe riuscire ad inserirsi in una impresa di carpenteria locale, adattarsi e lavorare come ha appreso in Sicilia. Il suo diploma professionale dovrebbe essere riconosciuto anche lì. Questa la ragione per cui in Svizzera l'apprendistato e la formazione professionale sono  il solo settore scolastico retto da una legislazione federale imposta dalla Costituzione nella quale non ci sono altri articoli riguardanti la scuola.
Ma cito la Svizzera anche per un altro fattore: nel Canton Ticino, dove il modello dell'apprendistato è del tutto simile a quello germanico, la legislazione che regola la formazione professionale e l'insegnamento in alternanza è tutta in italiano. Non c'è nemmeno il problema della comprensione dei testi per un Italiano. Il Canton è piccolo, le aziende sono minuscole, eppure l'apprendistato o la formazione duale funzionano al punto che molte famiglie di frontalieri lombardi o piemontesi inviano i propri adolescenti ai centri di formazione in alternanza ticinesi dove , come succede in Italia, si ottiene anche un contratto di lavoro con una azienda, per apprendere una professione. Questo succede a Porlezza, a Domodossola, a Pallanza, a Cannobbio, ecc.  dove ci sono adolescenti che tutti i giorni fanno il viaggio per recarsi nel confinante cantone elvetico di lingua italiana per apprendere una professione con la speranza non troppo recondita di trovare alla fine dell'apprendistato, dopo avere superato con successo gli esami finali, un posto di lavoro ben retribuito in Svizzera. Ma questo è un aspetto secondario, Vorrei solo segnalare il fatto che il modello della formazione in alternanza c'è nella Svizzera italiana, che non è il caso di guardare alla Germania, che le percentuali degli apprendisti in Svizzera e nel Canton Ticino sono grosso modo simili a quelle tedesche. Infine vorrei segnalare a Oliva che a Lugano esiste pure una Università di scienze applicate ( SUPSI, acronimo che vuol dire Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana) e che quindi a due passi da Milano, in quel cuneo di Svizzera inserito nella Lombardia e nel Piemonte, esiste proprio quanto Oliva descrive. Non è dunque necessario fare il viaggio in Germania per informarsi sulla formazione duale o in alternanza tra scuola e lavoro.
Infine vorrei aggiungere che già una trentina di anni fa l'OCSE aveva invitato la classe dirigente italiana ad occuparsi di questa questione ma non se ne è fatto nulla. Nella mini-pattuglia di consulenti del Ministro Moratti fui incaricato di occuparmi della formazione professionale ed al rendiconto finale a Roma, nel dicembre 2001, avevo parlato di questi aspetti nei pochi minuti che mi erano stati riservati, raccogliendo molti applausi da un numerosissimo pubblico, ma non successe nulla. Poi vorrei dire che a Ginevra , dove ho concluso la mia attività professionale tra il 1997 e il 2005 si è pubblicato perfino un insieme di indicatori della formazione professionale che sfatava molti miti, ma un insieme simile che comporta un lungo lavoro di preparazione non esiste in Italia.
Termino in bellezza: in molti rami della formazione duale in Svizzera esiste una fila d'attesa per iscriversi. Ci sono troppi candidati e non abbastanza posti . Esiste pure il contrario. Ma la presenza di file d'attesa, talora di due anni dopo la scuola media prima di iniziare un apprendistato è la prova migliore che nella zona insubrica e nel paese confinante con l'Italia non esistono molti nemici dell'apprendistato.

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