lundi 11 août 2014

Un modo di pensare disastroso

L'espressione non e' mia ma del prof. Maggi all'Universita' della Svizzera Italiana (USI) di Lugano usata in un dibattito televisivo sul turismo nel Canton Ticino e sull'impatto del Festival del cinema di Locarno sul turismo ticinese svolto in diretta da Locarno l'11 luglio 2012. Per una volta parlo di casa mia.
Il Ticino, ossia la parte meridionale italofona della Svizzera , e' un paese assai bello. Si situa nella zona dei laghi  prealpini meridionali che sono come fiordi tra le montagne prima della pianura padana. Eppure questo paesotto di poco più' di 350 000 abitanti e' stato finora incapace di gestire una politica turistica.

Ai tempi, fino all'immediato dopoguerra, il Cantone ( si chiama così dal punto di vista amministrativo) era poverissimo . L'emigrazione era altissima, la miseria nelle valli prealpine era drammatica. Eppure il turismo internazionale esisteva già allora ma aveva altre mete. Le bellezze locali erano poco sfruttate. Poi ai  centri di potere locali venne in mente che per uscire dalla povertà' occorreva industrializzare l'economia. Mi ricordo di mio padre , personaggio politico, che discuteva con un prete della Valle Verzasca , parroco nel villaggio di Brione, Don Pellanda, di costruire in valle una camiceria.
Non sono un economista, non sono uno specialista del turismo, non vivo nel Ticino, ma il dibattito di questa sera, seguito parzialmente perché insopportabile, mi ha riportato alla mente quelle discussioni. I dati sono cambiati, ma da quanto ho capito la politica turistica non e' ancora stata adottata come il perno del benessere del Cantone. Tra l'altro si e' accennato una sola volta alla possibilità si sfruttare il mercato italiano, almeno quello lombardo e piemontese, ossia quello della zona transfrontaliera o transinsubrica come mi pare si chiami oggi. I Lombardi e i Comaschi vengono nel Ticino per raccogliere funghi non per il festival del film di Locarno. Gli sguardi dei Ticinesi sono prevalentemente diretti a Zurigo, a Berna, a Lucerna, ossia a Nord. I Ticinesi aspettano che risorse,  idee e progetti vengano da li come e' successo nel passato. Un deputato alla tavola rotonda, l'on. Abate, ha parlato di occasioni. Verranno certamente, come succede con il turismo estivo odierno. Oggigiorno, invece che di industria si parla del privato, ma poco e' cambiato. Per fortuna che la natura delle prealtiti sud  e' talmente rigogliosa da cancellare in fretta brutture e storture. Poverta' e miseria sono scomparsi , almeno finora perché per sessant'anni le occasioni non sono mancate. Ma sara' sempre così?

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