Il titolo evoca un inno scout ticinese. "Passa la gioventù, vittorie alate....".Sono stato scout ( non so se si scrive scout o scout). Un mese fa circa, a inizio ottobre, sono andato al settantesimo della sezione scout di cui feci parte , la "Tre Pini "di Massagno, un borgo presso Lugano. Questa sezione scout è una delle più importanti del Ticino. Il numero unico 1949-2019 pubblicato per l'occasione è magnifico. Mi sono spostato da Parigi a Lugano per questo anniversario molto bene organizzato e durante il quale ho incontrato vecchi compagni che non vedevo più da decenni, che avevo perso di vista e che non ho riconosciuto lì per li`.
La " Tre Pini " fu creata da mio padre che fu uno dei capi dello scoutismo cattolico ticinese. Lo hanno ricordato. Ne hanno parlato. Mio padre, in gergo scout si chiamava "Pino Solitario" perché dove viveva non c'era una sezione scout e adesso , da alcuni anni, in cima a una collina, ci sono tre pini . Sono stato capo pattuglia sia nei lupetti ( lupi verdi) sia tra gli scout (pattuglia Pipistrelli); in seguito, non ricordo più come, sono diventato capo della sezione esploratori della "Tre Pini". Per pochi anni. Poi me ne sono andato approfittando del fatto che non potevo più, per ragioni di studio o di lavoro o di servizio militare, essere attivo nella "Tre Pini". Il mio ultimo campeggio fu a Chironico nel 1959. Ho fatto in tempo prima di smettere ad inventare il grido (chi è scout sa cosa è) della "Tre Pini" che ho scoperto con piacere essere in voga tuttora. Non mi sono più occupato di scoutismo per anni ed ora posso fare i conti con questo movimento . Ho nipoti che sono in una sezione scout laica a Boulogne, periferia ovest di Parigi. Ne sono assai felici. Le uscite e i campeggi contano molto per loro. Forse contavano molto anche per me. Non mi ricordo più tranne che ho pianto quando arrivato a Saignelégier dove si svolgeva il campo nazionale, da Vicques dove ero andato per migliorare la pratica e la conoscenza del francese, non ho potuto dormire con i compagni nella tenda della pattuglia Pipistrelli, la mia pattuglia. Mi avevano sbattuto fuori. Non c'era più posto. Pioveva ed è piovuto molto in quel campo nazionale. Questo è il ricordo che mi è rimasto di quel campo.
Non ho molti altri ricordi di quei tempi e di quanto succedeva allora. Non saprei dire se ho la tempra scout. Non credo. Mio padre, ritenuto gran capo scout, per me non lo è affatto. Godeva dei campeggi via da casa. Tra l'altro non voleva creare una sezione scout a Massagno. Vi e' stato costretto da mia madre che non sapeva, non voleva, occuparsi della prole il sabato pomeriggio. Così è nata la "Tre Pini" nel 1949 , infarcita di fratelli, sorelle, cugini e cugine, ed oggi di nipoti. A Massagno risiedevano allora diversi capi scout e credo fu facile per i miei, per Pino Solitario, creare la "Tre Pini" pescando nel serbatoio massagnese. In quegli anni c'erano sezioni scout cattoliche ovunque, a Lugano nell'Oratorio della città, a Agno, a Stabio, a Balerna, a Gondola, a Vogarono in Valle Verzasca nota ora come le Malvine di Milano. Non faccio nessun sforzo per ricordarmene altre. I capi della prima "Tre Pini" risiedevano a Massagno. Il padre era un buon organizzatore. Gestiva campeggi in estate, collaborava regolarmente alla rivista mensile dell'AEC (si veda dopo) intitolata "Fiordaliso" e animava molto bene mostruose ( nel senso che erano immense) adunate scout, detti anche bivacchi, con un complice, scomparso pure lui, Ugo Ballabio, che veniva appunto da Agno.
Adesso entro nel vivo dei commenti. Lo scoutismo cattolico, di cui la "Tre Pini " doveva essere un modello esemplare ( il padre ne era consapevole più della madre), fu il frutto di una strategia della curia vescovile per diversificare l'azione cattolica. In quegli anni nacquero sezioni scout nei paesini più remoti, come per esempio Vogorno. C'era una sezione scout cattolica a Gordola e una a Locarno. Mio padre fu scelto (non so da chi), per animare questa strategia, ma ignoro la storia dell'AEC ossia dell'associazione esploratori cattolici ticinese. Parlava spesso con tutti i capi scout si allora del campeggio cantonale dell'AEC svoltosi a Mogno in Val Maggia. Il campeggio ebbe luogo prima dell'inizio della seconda guerra mondiale. Credo che svolgesse l' incarico di animatore degli scout cattolici assai bene, con soddisfazione della curia. Non dava fastidio. Era riverito e rispettato e lui aveva contatti e relazione con prelati vicini al vescovo, con consiglieri vescovili. Per questa ragione, ossia per la matrice cattolica dell'associazione, lui dava molta importanza alla promessa scout, una cerimonia alla quale teneva moltissimo. Capisco ora che le sue attese per gli scout fossero molto diverse da quelle di mia madre, almeno agli albori. Poi mia madre si è allineata e ha adottato la strategia del padre. Da parte mia invece ho cominciato a dubitare della pertinenza del metodo educativo scout sui vent'anni, dopo essere cresciuto per un decennio circa nell'ambiente scout o in quello che io percepivo come tale.
Una pietra d'inciampo per me fu il culto di Baden Powell l'inventore dello scoutismo. Baden Powell fu un generale inglese che combattè in Sudafrica la seconda guerra dei Boeri (BP acronimo combatté per l'Inghilterra anche in India). Affascinato dal modo con il quale gli esploratori dell'esercito lavoravano e dalle informazioni che fornivano, li educo' a modo suo, organizzandoli in pattuglie. Fu mal visto dalla gerarchia militare. Ritenne alcune esperienze fatte con gli esploratori di cui disponeva allora per la teoria educativa che lo rese celeberrimo in seguito. Occorre qui aggiungere che i Boeri erano i discendenti dei coloni olandesi insediati nel Sudafrica e a quell'epoca (agli inizi del XX secolo) si opponevano agli inglesi i quali tentavano di estendere e di potenziare il Commonwealth britannico. Per l'Inghilterra il Sudafrica popolato pure da coloni inglesi era una nazione da tenere nel girone del Commonwelht. Baden Powell era un ufficiale inglese in guerra contro i Boeri ai quali gli Inglesi non volevano concedere il potere. La guerra non era contro le tribù' africane come ho pensato per anni. I Boeri furono tra i creatori e gli animatori dell'apartheid dopo il 1950. Furono loro a fare adottare l'afrikaner cioè la loro lingua che era un misto di inglese e olandese come lingua ufficiale della Sudafrica (non so più se le nazioni in italiano siano femminili o maschili).
Tornato in patria, ossia in Inghilterra, Baden Powell ando' in pensione e elaboro' poco per volta una propria teoria pedagogica di formazione dei giovani inglesi estrapolata dalle sue esperienze militari. Fu un successone. E' questa storia che mi ha rivoltato e che ci era raccontata ogni tanto dai capi del movimento. E' questa la parte che ricordo. Si dice che BP estrapolava la sua teoria educativa dallo spirito bellico per educare i giovani alla pace e non alla guerra. Non sono molto al corrente di questa opzione. In ogni modo il successo pedagogico fu garantito: i giovani potevano fare esperienze anche pericolose per i criteri odierni , ossia crescere protetti. Fare esperienze di adulti giocando. Lo scoutismo incontrò i favori del pubblico, dei leaders politici e religiosi. Le famiglie si fidavano dei capi scout ai quali affidavano la prole fuori dalla scuola.
Il movimento scout inventato dal generale in pensione era rigorosamente maschile . Ai miei temi era così e non era cambiato dalle origini. Le ragazze erano accolte in un movimento esclusivamente femminile, le guide, di cui non so molto. Solo i maschi entravano nelle sezioni scout. Non e' più cosi' oggigiorno. Le sezioni scout sono miste, con maschi e femmine.
Tralascio di commentare la situazione nel Ticino, che ai miei tempi comprendeva due associazioni scout: una cattolica, l'AEC (Acronimo per "Associazione esploratori cattolici", di cui mio padre era il capo), e una laica, l'AGET (acronimo per "Associazione giovani esploratori ticinesi"). Adesso non é più cosi. La "Tre Pini" di cui si è festeggiato il settantesimo ( anniversario assai raro per una sezione scout) era la sezione scout di Pino Solitario e ovviamente si moveva nel girone cattolico.Mi ricordo che nelle gare tra pattuglie e tra sezioni scout c'era spesso una prova religiosa ( si dovevano apprendere a memoria risposte a domande catechistiche) e un prete, quando si usciva alla domenica, doveva celebrare una messa da campo per gli scout.
Lo scoutismo è una pedagogia positiva? (Ci si può chiedere se ci sono pedagogie negative). Difficile dirlo. Molto dipende dai capi, dal loro potere carismatico, dallo spirito di sacrificio che li anima, dal piacere che trovano anche a fare i capi. In genere si ritiene di si', lo si proclama anche, si afferma che è buono, che va bene per tutti, che sia una grande innovazione. Se penso ai miei giovani nipoti che crescono in contesti urbani complicati, devo ammettere che lo scoutismo è una proposta formativa valida per loro. Il sistema scout aiuta non solo le famiglie che non sanno come cavarsela nelle vacanze scolastiche ma forse aiuta anche molto i giovani a crescere , a fare esperienze straordinarie più o meno protetti, a apprendere a cucinare, a cavarsela da soli nella vita quotidiana, a trovare amici autentici che aiutano o con i quali crescere.
Ho visto nello scoutismo che ho praticato solo il lato para-militaresco ( ma si era ancora in pieno dopoguerra e in piena guerra fredda tra il 1945 e il 1950) , che ho rifiutato a partire dai vent'anni e quindi non mi restava altro che curare quando ero uno scout attivo l'aspetto religioso, fin che ha resistito in me. Adesso nello scoutismo e nel Ticino molte cose sono cambiate. Le due associazioni scoutistiche cantonali, una cattolica e una laica sono scomparse e hanno fusionato. Non saprei più commentare la situazione attuale ma alla celebrazione del settantesimo della "Tre Pini" l'aspetto religioso ( si è andati a messa tutti quanti) era fortemente presente come pure quello para-militare,più discreto e in parte totalmente assente. Il capo della "Tre Pini" odierna è un ufficiale superiore dell'esercito elvetico. Secondo mio fratello Sandro molto attivo nella "Tre Pini", adesso negli scout , si fanno le stesse cose di un tempo, quindi un indirizzo para-militare nel movimento scout qua e là deve essere tuttora presente. Ai miei tempi , parlo degli anni cinquanta del secolo scorso, il movimento scout serviva anche a preparare a fare il soldato, a selezionare in modo assai subdolo, cioè senza dare molto nell'occhio, i futuri capi militari, cioè i futuri ufficiali. Ciò succedeva nel contesto elvetico.
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