samedi 25 mai 2013

Vivere bene

Ho appena letto un articolo di Marcia Angell, Senior Lecturer in Social Medicine alla Harvard Medical School sulla New York Review of Books del 9 maggio 2013 che recensisce  un libro di George Vaillant [[Triumph of Experience. The Men of the Harvard Grant Study]] che  ha diretto dal 1972 al 2004 l'indagine avviata ad Harvard nel 1938 su 268 studenti maschi per rispondere alla domanda che cosa definisce il migliore stato di salute, e quali sono i fattori che rendono la vita felice. Ho immediatamente associato l'articolo al progetto DESECO dell'OCSE, boicottato e fallito, nonché alle tirate pseudo-filosofiche dell'OCSE sul successo nella vita o su una vita riuscita collegata all'istruzione. Questa ricerca, molto parziale e lacunosa, zeppa di difetti, è però una delle rari indagini longitudinali condotte su questi temi, continua tuttora con molti studenti di allora oggigiorno novantenni, che vi partecipano ancora. L'indagine è nota come l'indagine Grant. Del campione iniziale la morte ne ha portati via pochi per cui si dispone di una massa di dati unica per avviare una riflessione sul concetto " successfull life" sbandierato dall'OCSE in questi ultimi decenni senza dati precisi, senza ipotesi chiare, senza prove, insomma un poco alla leggera. Le strategie scolastiche contemporanee si sono impossessate di questo concetto venduto "urbi et orbi".

Parlo qui di quest'articolo qui perché non lo si trova in extenso su Google. La NY Review of Books ne ha pubblicato solo una presentazione succinta, di pochi paragrafi. L'articolo si può acquistare per circa 4 dollari. Siccome ho anch'io più di settant'anni il libro mi interessa anche dal punto di personale.

L'autore, George E.Vaillant è pure un ultra settant'enne e tira le conclusione dai dati in suo possesso incrociando quelli dell'indagine Grant con quelli di altre due indagini longitudinali della stessa portata svolte negli USA. Il tutto mi sembra molto interessante.

Ovviamente, la selezione molto particolare del campione convalida la tesi secondo la quale il livello d'istruzione è un fattore determinante del successo nella vita, di guadagni  elevati, di una bella vita insomma. Mi chiedo se una vita di successo sia equivalente ad una bella vita e cosa significhi una bella vita. Probabilmente non esiste identità tra i concetti di vita riuscita e di bella vita.

Un fattore di riuscita nella vita è un buon matrimonio, ossia una partner con la quale si vada d'accordo, poco importa se sia il primo o il secondo matrimonio, ed infine l'alcolismo sia dell'uomo che della partner, fenomeno che è un effetto di malessere e non una causa di fallimento dell'esistenza.

Uno dei punti deboli dell'indagine Grant è paradossalmente la sua lunghezza: gli uomini intervistati regolarmente sono dei "dinosauri" secondo l'espressione dell'autrice dell'articolo, ossia sono  persone cresciute in un altro mondo, in una società scomparsa. Essere amati dai genitori negli anni 20 per un bambino non è come essere amati e circondati di attenzione e affetto nel 2010. Per me essere amato negli anni 40 non è come i miei figli amano i miei nipotini ora.

Una frase di Vaillant, l'autore del libro, mi fa riflettere perché non ne vedo bene le conseguenze sull'istruzione iniziale che è poi l'aspetto che mi interessa: " l'uguaglianza dei livelli d'istruzione di per sé è bastata per produrre uguaglianza della salute fisica"  [[ " Parity of education alone was enough to produce parity in physical health"]].

Nell'articolo non si accenna alla sessualità, altro tema rilevante probabilmente per condurre una vita felice. Si parla invece delle mogli o delle compagne o delle partner che contano moltissimo nell'invecchiamento dei maschi.

In ogni modo , forse anche perché ho una certa età, l'articolo mi ha interessato perché ritengo che una vita di successo debba includere anche la vecchiaia, il modo con la quale la si vive. La degenerazione fisica presto o tardi arriva per tutti ma cosa può fare la scuola a questo riguardo? I livelli d'istruzione contano? Mi sembra che nell'attuale impostazione delle valutazioni sulla riuscita scolastica l'orizzonte temporale del successo sia l'entrata nella vita attiva, o la carriera professionale, ossia un orizzonte a breve scadenza.

Cito questo articolo non tanto per i contenuti e le riflessioni sull'esistenza che si possono trarre dalle indagini empiriche, ma per il metodo, perché si tratta di una  delle poche indagini longitudinali che esplorano la durata della nostra esistenza e che cercano  coincidenze o  correlazioni tra quanto si vive durante la scolarità iniziale e l'esistenza fino alla vecchiaia. Ci sono molti aspetti oscuri da esplorare, molti elementi da chiarire se se si ha la volontà di non rassegnarsi e soprattutto di non affidarsi a spiegazioni mistiche della vita e della morte.


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